La 95enne vive in un condominio di cinquanta famiglie: partite le verifiche sulla possibile presenza del batterio nell’acqua
MODENA. Al momento le sue condizioni non sembrano particolarmente gravi, ma visto il tipo di infezione e l’età della signora c’è una comprensibile apprensione. Più o meno la stessa che stanno vivendo i 50 inquilini del condominio in cui vive la donna, che nei giorni scorsi è stata ricoverata al Policlinico di Modena a causa della legionellosi.
Un caso esploso, con il ricovero di una 95enne residente in città per un’infezione polmonare: i controlli del personale medico hanno quindi appurato che si tratta della malattia causata dal batterio Legionella pneumophila, che ha tuttora una mortalità compresa tra il 5 e il 10%. E mentre al Policlinico proseguono le cure per aiutare la signora a guarire, nel condominio in cui la 95enne risiede – un palazzo di 50 alloggi situato in città – sono partiti i controlli sulla possibile presenza del batterio nell’acqua. A confermare «che si è verificato un episodio di infezione in una persona che risiede in un condominio di Modena» è l’Azienda Usl, che attualmente sta «effettuando le analisi del caso al fine di verificare la possibile origine dell’infezione. La legionella infatti – fanno sapere dall’Azienda – è una malattia a trasmissione aerea, e l’infezione avviene inalando goccioline d’acqua che fungono da veicolo, liberate nell’ambiente interno da rubinetti, docce, impianti di raffrescamento (condizionatori) ma anche da dispositivi per le terapie inalatorie, interventi di ortodonzia e, in caso di ambiente esterno, da strutture come le torri di evaporazione di impianti industriali».
Ma cosa succede quando viene segnalato un caso di legionella?
«In questi casi – riprende l’Ausl – un assistente sanitario del Servizio di Igiene Pubblica avvia l’indagine preliminare per verificare le condizioni del paziente, il contesto abitativo, le abitudini di vita favorenti l’infezione, la permanenza in casa o la frequenza di strutture di accoglienza (alberghi, case di riposo, strutture sanitarie...). Viene quindi coinvolto un tecnico del Servizio per le verifiche necessarie sull’abitazione. In caso di condominio, di solito si verifica se l’appartamento riceve acqua direttamente dalla rete cittadina (in questo caso se risulterà una contaminazione da legionella si renderà necessario da parte del privato incaricare una ditta per la bonifica dell’impianto, a partire dalla caldaia) o da un punto di accesso comune (in questi casi frequentemente sono presenti serbatoi a rischio)».
Verifiche già partite nel condominio in questione, gestito dallo Studio 76 di via Cattaneo, che ha avvertito i residenti delle analisi in corso. «Si ricorda che nelle strutture abitative – fa sapere ancora l’Ausl – ha rilevanza fondamentale il corretto uso dell’impianto idrico-sanitario e che nelle strutture di accoglienza e nei condomini è sempre necessaria la dotazione di un piano di autocontrollo per la verifica periodica e la conseguente manutenzione, con lo scopo di ridurre al minimo la carica batterica nell’acqua. In caso di condomini, strutture per anziani, alberghi, strutture sanitarie, il Servizio di igiene pubblica procede ad una serie di campionamenti nei giorni successivi la segnalazione del caso. Il campionamento infatti necessita di utilizzo di contenitori particolari, forniti dai laboratori di riferimento coi quali va concordata data e ora di accesso per la consegna dei campioni e l’avvio delle analisi. Al momento è in corso la programmazione di tali controlli. Al link www.epicentro.iss.it/legionellosi – chiude l’Azienda – è possibile trovare le informazioni sulla malattia».
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