MODENA All’arrivo della pattuglia dei carabinieri del Nucleo Radiomobile non ha opposto resistenza e ha consegnato la mazza di ferro che stava usando per sfondare la vetrata del ristorante Rita di viale Leonardo da Vinci. È stato così arrestato per tentato furto un 41enne di origini campane, protagonista nell’ultimo periodo di diverse azioni criminose. Tre giorni fa, infatti, era stato bloccato a Reggio intento a compiere un’intrusione analoga (sono almeno 5 i colpi simili in pochi mesi che gli vengono contestati) e il giudice reggiano aveva optato per il divieto di dimora in provincia. Lui ha così spostato il proprio raggio d’azione di qualche chilometro, arrivando a Modena.
Si tratta di un uomo che vive ai margini e che al suo avvocato ha confessato di aver tentato il colpo per racimolare qualche soldo e magari trovare qualcosa da mangiare. Ma poi, di fronte al giudice Diletta Signori, ha optato per avvalersi della facoltà di non rispondere. Perché il 41enne ieri mattina è stato accompagnato in tribunale dai carabinieri in vista del processo per direttissima dove è stato ricostruito il colpo di venerdì. Intorno alle 22 un passante aveva segnalato un uomo che con una mazza tentava di rompere la vetrata del ristorante, più volte già preso di mira in passato. Il provvidenziale arrivo della pattuglia ha interrotto il piano e il ladro si è subito consegnato.
Davanti al giudice ha offerto alcune surreali risposte: ha scelto di non indicare un luogo dove ricevere i futuri atti del procedimento, tentando anche di eleggere come domicilio il Bundestag tedesco di Berlino. Un atteggiamento che la dice lunga sulle condizioni psicofisiche dell’indagato per cui la Procura aveva chiesto la misura cautelare in carcere. Di contro la difesa ha proposto e ottenuto un provvedimento più blando visto che oltre il tentativo di furto non è stato contestato il danneggiamento. E alla fine la giudice Signori ha optato per convalidare l’arresto, disponendo obbligo di firma per tre giorni a settimana. Il 41enne ha eccepito di non avere una dimora e quindi di essere impossibilitato a firmare in caserma a Modena, auspicando di poterlo fare in Campania dove vorrebbe tornare.
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