Laureato in Scienze naturali a Pavia, è nato nel 1974 e per la tesi di specialità aveva studiato le acque del sito. Tanti i progetti in partenza
CHAMPDEPRAZ. Parco naturale del Mont Avic ha un nuovo direttore.
Dopo più di trent’anni di onorato servizio, il 1° marzo scorso è andato in pensione Massimo Bocca, storico direttore dell’area protetta. Gli succede dal primo aprile Daniele Stellin, classe 1974, di Quart, laureato in Scienze naturali all’Università degli Studi di Pavia e impiegato da diversi anni al Consorzio regionale per la tutela, l’incremento e l’esercizio della pesca in Valle d’Aosta. «Sono molto contento di aver superato la selezione - commenta Stellin -; arrivare alla direzione di un parco è un bel traguardo professionale e non posso che essere soddisfatto. Il Parco del Mont Avic è una realtà che conosco molto bene e a cui sono particolarmente legato, avendo fatto la tesi di laurea sul sistema di acque dolci del sito protetto per la mia specializzazione in ecologia delle acque interne». Parole di benvenuto dal presidente dell’ente, Davide Bolognini: «Il nuovo direttore ha un’ottima conoscenza degli aspetti naturalistici con alle spalle anche un’esperienza acquisita in campo amministrativo, è la persona adatta a questo ruolo». L’incarico è a tempo indeterminato. A Stellin il compito di raccogliere la pesante eredità di Massimo Bocca. «Un ringraziamento particolare gli è dovuto perché in trent’anni di lavoro ha valorizzato e fatto crescere il parco – evidenzia Davide Bolognini –. Bocca ha dato attenzione al lato scientifico, portando avanti tante ricerche che hanno contribuito a fare conoscere i diversi aspetti naturalistici del Parco. Ricerche che hanno consentito di attivare misure di conservazione grazie alle quali possiamo contare su un territorio non compromesso sotto il profilo antropico».
Quali le priorità dell’ente dopo questa nomina? «L’obiettivo è la prosecuzione dell’attività di ricerca e conoscenza dell’ambiente e del territorio del parco – spiega ancora Bolognini -. Andranno poi sviluppate tutte le azioni di partenariato che ci permetteranno in futuro, di avere accesso a finanziamenti europei su tematiche ambientali, operando assieme a realtà simili alla nostra. Noi lavoriamo grazie al finanziamento regionale che ci consente di mantenere la struttura ma molto importante è l’attività di ricerca». «Ricerche - prosegue - che sono utili come indicatori sul cambiamento climatico, un tema di stretta attualità. Nel nostro ambito è importante capire le trasformazioni in atto nella flora e nella fauna del parco per conoscere se nel tempo il cambiamento climatico ha prodotto conseguenze sull’ambiente naturale della nostra area protetta». Il Parco proseguirà poi il progetto di marketing territoriale avviato lo scorso autunno con l’obiettivo di incrementare le ricadute turistiche dei frequentatori dell’area protetta, sui Comuni immediatamente più prossimi. Tra le iniziative, un marchio di qualità che l’ente assegna alle attività che rispondono ai requisiti di un disciplinare attento all’ambiente: già 18 gli operatori economici che hanno ottenuto la certificazione appartenenti ai settori della ricettività alberghiera ed extralberghiera e ristorazione, dei servizi turistici, artigianato, agroalimentare e esercizi commerciali di vicinato. —