Sono tre i soci che realizzeranno una cicchetteria al posto della gelateria: «Crediamo in questa città»
GORIZIA È uno dei luoghi rimasti nel cuore dei goriziani non più giovanissimi, e non solo. La gelateria Boni, sotto il porticato accanto al Municipio, è stata meta, per decenni, di tante famiglie che sapevano che, lì, si poteva gustare un buon gelato, in mezzo a tanta cortesia e sorrisi. Poi, quella storica attività chiuse i battenti e, al suo posto, si alternarono diverse gestioni che trasformarono quegli spazi in bar. L’ultima attività era condotta da una famiglia cinese, ma è durata assai poco. Da un paio d’anni, infatti, le serrande sono rimaste tristemente abbassate, pur matenendo all’interno il bancone, le sedie e i tavolini. Ma quelle luci spente di un altro locale cittadino “cancellato” dalla crisi portavano con sé un immenso senso di tristezza.
Ma, ora, è arrivato il momento della riscossa. All’interno, sono in fase avanzatissima i lavori di sistemazione e allestimento di una nuova attività e, all’esterno, campeggiano le scritte “Ostaria veneziana”. Una novità, finalmente positiva, in un ambito (quello del commercio e della somministrazione in particolare) che ha pagato un prezzo durissimo alla crisi e alle limitazioni imposte dalla pandemia.
Ma al di là della notizia dell’apertura, bella da raccontare è la storia che ha portato qui tre imprenditori veneti. Come mai un investimento a Gorizia? Lontano dalla propria terra? «Abbiamo voluto venire qui perché questa città, assieme a Nova Gorica, sarà la Capitale europea della cultura nel 2025, e questa è un’opportunità enorme per il territorio e anche per i potenziali investitori. Basta vedere cos’è successo a Matera che ha cambiato totalmente la propria sorte, registrando una crescita imperiosa», racconta Matteo Scarpa.
Scarpa è uno degli imprenditori della società “Lora srl”, assieme ai due fratelli Enrico e Simone Orlandi. «A Venezia - spiega ancora l’imprenditore - gestiamo già due locali: si tratta dell’osteria “La Frasca”, un angolo di Venezia rimasto intatto dal 1903 quando fu aperta come rivendita di vino, e l’ostaria “Boccadoro” che propone cucina veneziana creativa a prevalenza di pesce in una location dal tocco rustico, con terrazza». L’esperienza, quindi, non manca. E come verrà trasformata la vecchia gelateria made in Gorizia? «La nostra proposta è quella di una cicchetteria impostata sui prodotti locali e del Veneziano. Il personale sarà del posto, qui di Gorizia». Il gruppo di imprenditori sperava di aprire già in questi giorni «ma, a causa di alcuni contrattempi di natura tecnica, procederemo con l’inaugurazione dopo Pasqua. Gorizia è una bella città e, lo ripeto, con la designazione a Capitale europea della cultura, l’intero territorio è destinato a svilupparsi e a essere meta di turisti da tutto il mondo. Ci crediamo tantissimo».
A Gorizia si sta respirando un’aria nuova. A conferma anche la vendita della gelateria Zoccoletto a Lucinico, lungo la strada regionale 56. Il Comune sta registrando grande interesse in ottica 2025, oltre a un aggiornamento continuo relativo a interventi programmati (o già in fase di avvio) che riguardano alberghi cittadini che saranno riaperti, come il Nanut di via Trieste. Ma sono in programma anche ristrutturazioni che riguarderanno l’Entourage, l’Internazionale e altri. Non solo. C’è stato, recentemente, anche l’acquisto di un immobile, in corso Verdi, con l’intenzione di andare a realizzare nuovi appartamenti attrezzati. «Si comincia già a vedere un grande movimento e, quindi, è quantomai indispensabile preparare, in maniera adeguata, il territorio affinché i turisti che arriveranno per Go2025 tornino anche negli anni successivi», fa sapere l’amministrazione comunale, consapevole dell’importanza della posta in gioco. —
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