Due settimane fa la scoperta del tumore, poi l’annuncio sui social. «Altre volte mi hanno dato per spacciato, reagirò anche adesso»
CAMAIORE. Quando due settimane fa ha scoperto di avere un tumore si è sentito crollare il mondo addosso. «Ma è bastato che l’oncologo mi dicesse che la battaglia poteva essere vinta, e ho cacciato via lo sconforto». Il racconto di Enrico Marchetti, 68 anni e candidato a sindaco per Camaiore (sostenuto da Potere al Popolo e Rifondazione Comunista) , è lucido e sicuro. Il tono, quello di un guerrigliero. Perché in un futuro diventato improvvisamente costellato di incertezze, il leader di Camaiore Popolare ha messo subito un punto fermo: non rinuncerà alla sua candidatura. A dare l’annuncio ci ha pensato lui stesso, attraverso un post sulla sua pagina social.
«Cari compagni e compagne, non avrei mai pensato che questa grave malattia mi investisse proprio in questo momento, non ci voleva, ma io ho la fama di essere un guerriero forte e penso di vincere anche questa battaglia. Camaiore Popolare affronterà la campagna elettorale con la mia candidatura che ha dimostrato sul campo di essere quella adatta a dare un volto pubblico all’alternativa che rappresentiamo: intendiamo farlo in una coalizione non con partiti politici rispettabili ma ormai troppo imbrigliati dalla preoccupazione della sconfitta, quanto con forze sociali e movimenti di lotta attivi».
Una dichiarazione di intenti che non ammette repliche sul piano politico, ribadendo quei concetti con cui già lo scorso dicembre - quando fu presentata la candidatura - il gruppo composto da Rifondazione e Potere al Popolo si dichiarò pronto a scendere in campo in opposizione al centrosinistra rappresentato da Marcello Pierucci. In pochi però si aspettavano che, dopo la notizia della malattia, la reazione di Marchetti fosse così granitica.
«Non sono il tipo da fare passi indietro del genere - spiega con la schiettezza che lo contraddistingue - semplicemente ora mi trovo a combattere due battaglie: una per diventare sindaco di Camaiore, e una contro il tumore. Ma sono sicuro di affrontarle a testa alta e mettendoci tutte le mie forze per vincerle. Se qualcuno mi ha consigliato di fare un passo indietro? Solo chi non mi conosce bene può aver pensato che avrei accettato una cosa del genere - risponde - mia moglie e i miei due figli mi affiancano in questo momento che certo non è semplice. Ma non mi hanno mai chiesto di rinunciare all’impegno che mi sono preso candidandomi. E neppure lo hanno fatto i miei compagni e compagne di lista: li ho avvertiti subito dopo averlo saputo, mi hanno dato una pacca sulla spalla e mi sono rimasti vicini. Io ho accettato di candidarmi per merito loro, convinto dalla loro passione e dalla loro gioventù: non posso tradire la loro fiducia».
D’altro canto Marchetti non è nuovo ad affrontare così le avversità: a nove anni, rimasto impigliato in un traliccio dell’Enel, il suo braccio destro rimase carbonizzato e lui chiese ai genitori di spedirlo a Torino, in collegio «per ritrovare me stesso dopo la menomazione. Mi davano per spacciato anche sei anni fa - racconta - quando fui operato per un altro tumore, ma non mi arresi neppure allora» . Così nei prossimi tre mesi Marchetti si dovrà sottoporre «a cure chemioterapiche prima di un eventuale intervento ma seguirò i miei impegni elettorali».