Gian Paolo Caselli, ex docente di Politica economica, esperto di Russia «Gas e petrolio sono indispensabili per l’Italia, non si possono toccare»
MODENA È passato un mese e mezzo dall’inizio della guerra tra Russia a Ucraina. Questa parola, “guerra”, nessuna delle generazioni nate dal 1945 l’aveva mai sentita così vicina. Le tracce più profonde che il conflitto militare in atto sta solcando in Italia vanno ad attaccare l’economia, dall’inflazione al forte aumento di luce e gas. Fino ad ora l’Europa si è dimostrata essere unita contro le azioni militari della Russia. In questo quadro può risultare rivelatore il navigato punto di vista di Gian Paolo Caselli, ex professore di Politica economica e studioso delmondo russo.
Che idea si è fatto di questa svolta militare?
«Credo che Putin abbia commesso un gravissimo errore. L’invasione dell’Ucraina è stato uno sbaglio imperdonabile. Il fallimento militare della Russia è sotto gli occhi di tutti. Tutto è cominciato perché vedere l’Ucraina che si avvicina alla Nato è un avvenimento che non può essere sopportato. L’obiettivo di Putin è staccare quella parte dell’Ucraina che va dalla Crimea fino al Donbass, che non a caso è dove si combatte di più, e farla entrare in qualche modo nella Federazione Russa. Ciò costa molto sul piano militare, con morti ed emigrazioni di massa, ed economicamente: per la Russia in primis, che è tagliata fuori da tutti i circuiti finanziari internazionali e poi anche per l’Europa. In questo momento la Federazione Russa è completamente isolata, a parte un rapporto che definirei fragile con la Cina. È un enorme boomerang per Putin e la Russia, il cui piano prevedeva di prendere in tre giorni Kiev e poi instaurare un governo fantoccio. Da quello che si è visto, mi viene da pensare che il tempo di Putin sia finito».
Si dice che l’ingerenza della Nato porterebbe i russi a stringersi ancora di più attorno a Putin.
«Si, è probabile. Il popolo russo è estremamente patriottico. Per loro il significato di patria ha un valore molto più forte di quanto non lo abbia per noi italiani. Qualora, per caso, loro fossero attaccati dalla Nato, si assisterebbe a un ricompattamento dietro a Putin. Detto questo credo comunque non avverrà mai».
Ci si può opporre a Putin?
«Si, è già stato fatto. Le sanzioni che hanno messo gli Stati Uniti e l’Europa alla Russia sono pesantissime. L’economia russa è completamente bloccata e ha gli effetti di una guerra economica. L’ultima cosa da fare sarebbe un embargo totale di gas e petrolio, sarebbe un suicidio soprattutto per l’Italia che dipende per il 40%. Ma anche per la Germania. Quello che si poteva fare fuori dal piano militare è già stato fatto. Soffocare completamente la Russia sarebbe un grave errore».
Quale ruolo dovrebbe giocare l’Europa?
«Il ruolo che ha già assunto, cioè imporre sanzioni. Sul piano militare non si deve far nulla. L’Ue ha bisogno del gas e petrolio della Russia, quindi non si possono toccare. L’unica via è quella già adottata. Ed è un bene che si sia mossa compatta, nonostante sia difficile mettere d’accordo i paesi filorussi con quelli atlantisti. La guerra ha avuto il risultato di compattare l’Europa».
E l’Italia che ruolo gioca?
«L’Italia fa parte dell’Unione Europea ed è entro ai suoi meccanismi. Non ha nessun ruolo particolare. C’è da ricordare che noi avevamo degli ottimi rapporti con la Russia, ma a questo punto siamo totalmente allineati con le decisioni dell’Europa».
Draghi ha auspicato l’ingresso dell’Ucraina nella Ue. Le sembra una previsione percorribile?
«Secondo me, no. Credo siano parole di propaganda più che intenzioni reali. L’Ucraina prima dell’inizio della guerra versava (e versa) in disastrose condizioni economiche tra corruzione, un governo inceppato e un Paese diviso. Per entrare in Europa è necessario fare certe riforme, non è che si entra e basta. In questo contesto penso che l’Ucraina non sia in grado di fare niente di tutto ciò. L’unica cosa che può fare l’Europa è prestare dei soldi per la ricostruzione quando il conflitto sarà finito. Non bisogna dimenticare che l’Ucraina in parte è sempre stata russa, divisa culturalmente, religiosamente, linguisticamente».