Dall’idea dello studente di Ingegneria clinica Simone Pennini è nata un’impresa innovativa, spin-off dell’ateneo triestino
TRIESTE È un innovativo sistema di biopsia liquida che, attraverso un semplice prelievo, consente di individuare la presenza nel flusso sanguigno di cellule cancerose dei tumori epiteliali, che rappresentano quasi il 90% dei casi totali di cancro. L’idea è di Simone Pennini, studente della laurea magistrale in Ingegneria clinica di UniTs.
È nata e si è sviluppata all’interno dell’ateneo triestino, facendo interagire saperi differenti. Competenze di microfluidica, nanotecnologie e intelligenza artificiale, ma anche nozioni di carattere imprenditoriale, che Simone ha potuto apprendere all’interno del CLab, il laboratorio per la creazione d’impresa di UniTs al cui interno la sua idea è cresciuta e si è trasformata, di recente, in un’impresa. La scorsa settimana, infatti, Simone con altri cinque soci – il professore Agostino Accardo, uno dei nomi più importanti dell’ingegneria clinica italiana, Alessandro Pellegrino, Carlo Moretto, Pierpaolo Pupa e Diego Sardon – ha fondato BioIMeD, start up innovativa e spin-off dell’Università di Trieste. «Da diversi anni immaginavo di intraprendere un percorso di tipo imprenditoriale: è stato durante una lezione qui a Trieste che ho avuto l’idea di sviluppare un dispositivo per la biopsia liquida. Ne ho parlato con il professor Accardo, con cui abbiamo realizzato un primo prototipo. Nel 2020 abbiamo avviato i primi trials clinici con l’ospedale di Cattinara e abbiamo verificato che il metodo funziona» racconta Simone.
Nel frattempo lo studente e futuro imprenditore è stato ammesso al CLab di UniTs: «Ho avuto l’occasione di seguire i corsi del CLab, che mi hanno fornito un aiuto importante: un’ottima base teorica di gestione societaria, nozioni d’imprenditoria e un contatto con persone che hanno contribuito in maniera sostanziale allo sviluppo del progetto» racconta Simone, citando i due CLab manager, Salvatore Dore e Cristiano Piani, e Diego Sardon, Ceo di Prodigy e di Bilimetrix, che è stato il suo business mentor. La collaborazione tra i due è proseguita, tanto che Simone attualmente lavora per Prodigy e Sardon è uno degli investitori di BioIMeD, che tra i suoi partner conta anche la Fondazione Italiana Fegato e il Cro di Aviano.
«Ai ragazzi non voglio soltanto parlare di teoria, ma insegnare loro come si fa a fare bene o anche a fare male, scendendo personalmente in campo, come direbbero gli inglesi, “skin in the game”: di certo sarò al loro fianco quando avranno bisogno di un riferimento e per nessuno dei soci sarà un gioco» commenta Diego Sardon. «Con il CLab l’Università offre agli studenti uno strumento per divulgare cultura d’impresa – spiega Salvatore Dore, Clab manager – favorendo la costruzione di relazioni solide tra giovani con idee brillanti, imprenditori e investitori del territorio. Puntiamo in questo modo a creare le condizioni per l’avvio di aziende capaci di trasferire tecnologia di frontiera al sistema produttivo». Con la sua idea Simone ha partecipato nel 2021 a un bando Por Fesr che assegnava incentivi per le Pmi dei settori BioHighTech e HighTech con sede a Trieste: il suo progetto di sviluppo della start-up innovativa BioIMeD si è classificato primo, garantendo un contributo di circa 40 mila euro a fondo perduto per l’avvio dell’attività e l’allestimento di laboratori. «È stato questo risultato a fornirmi il coraggio necessario per decidere di fare il grande passo e registrare la società» spiega lo studente-imprenditore. BioIMeD, che si rivolge a una platea composta da ospedali, aziende sanitarie ed enti di ricerca, intende sviluppare collateralmente anche altri progetti di ricerca, con lo scopo di incrementare il numero di prodotti da lanciare sul mercato e non precludersi la possibilità di offrire servizi per la realizzazione personalizzata di moduli software basati su algoritmi di deep learning.