In settimana il sopralluogo con la ditta costruttrice. L’assessore Vita: «Vedremo se è assestamento fisiologico»
PIOMBINO. Per chi viene dalla città, la crepa è lì. Dove finisce la rampa e inizia la campata. Il nuovo ponte delle Terre Rosse è già ferito.
È stato inaugurato appena il due dicembre scorso, dopo oltre due anni di cantiere. Costo 815 mila euro, finanziamento regionale.
In questi mesi invernali, il traffico è stato scarso. Con la stagione buona e il porticciolo a due passi, il discorso cambierà e la ricerca delle cause s’impone.
«Un assestamento strutturale è fisiologico. Ma a me è parso eccessivo», commenta l’assessore ai Lavori pubblici, l’ingegner Marco Vita.
Esclude problemi di sicurezza e spiega che nei giorni scorsi il suo ufficio ha coinvolto la direzione dei lavori e l’impresa che ha realizzato l’opera. In settimana, con un sopralluogo congiunto, si cercherà di capire le cause di quella cricca in mezzo alla carreggiata. Che un po’d’inquietudine la provoca.
«L’opera è ancora in garanzia. Meglio comprendere rapidamente come stanno le cose e intervenire di conseguenza», aggiunge Vita.
C’era anche lui tra le autorità presenti al taglio del nastro con cui la città si riappropriò di una infrastruttura importante, sbloccando il disagio dei residenti e di chi doveva raggiungere il porto delle Terre Rosse. Utenti che, a cantiere aperto dopo, per la chiusura prima, aveva dovuto allungare il percorso passando da Fiorentina.
Un’opera definita strategica, il ponte-cavalcaferrovia. Utile per i cittadini di Colmata, per le attività della zona e per l’alleggerimento del traffico sulla città.
Si era arrivati alla decisione di chiuderlo nell’ottobre del 2018. I sopralluoghi avevano evidenziato gravi problemi strutturali. E la tragedia del ponte Morandi a Genova, era di un paio di mesi prima.
L’opera delle Terre Rosse proprio in quel periodo avrebbe dovuto essere sottoposta a interventi di manutenzione straordinaria, non strutturale, previste nel bilancio 2018, con un finanziamento di 300mila euro nell’ambito delle opere previste per Apea, l’area ecologicamente attrezzata in Colmata. Ma i risultati emersi dalle indagini condotte dai tecnici comunali, con la partecipazione dello stesso progettista, portarono alla luce seri problemi strutturali, confermati successivamente dai tecnici di Ferrovie dello Stato.
Per questo il Comune – l’assessore ai Lavori pubblici era Claudio Capuano – decise di chiudere immediatamente il ponte, giudicando pericoloso far passare le auto sopra la struttura, realizzata negli anni Cinquanta.
Troppo rilevanti i problemi di staticità. Una operazione di manutenzione non sarebbe stata sufficiente. L’usura aveva compromesso in maniera irrimediabile la sicurezza. In seguito era stata bandita una gara d’appalto per l’abbattimento e l’affidamento dei lavori e così si era arrivati alla realizzazione del nuovo ponte.
Sul rallentamento della tabella di marcia avevano pesato la pandemia e la difficoltà di reperimento dei materiali.
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