RIVAMONTE. Si procede con la pulizia del materiale franato dal versante ai Castèi, ma i dubbi sulla possibilità di far passare lungo la strada la pista ciclabile si fanno più pressanti.
Ieri Veneto Strade ha provveduto a far demolire con esplosivo la prima parte dei massi ciclopici sulla sede stradale del sedime dell’ex Sr 203 Agordina in località Tagliata di San Martino nei pressi del ponte dei Castèi in comune di Rivamonte.
«Sono stati impiegati», spiega la società che ha in gestione la strada, «circa 150 chili di miscela esplosiva per circa 500 metri cubi di massi, pari a oltre 1000 tonnellate». Un intervento resosi necessario in conseguenza della frana staccatasi dal Còl Pizzón nella notte tra il 16 e il 17 febbraio scorsi che aveva invaso la carreggiata del vecchio tracciato della 203, chiuso dalla metà degli anni Novanta. Dopo lo sgombero di una prima parte del materiale, ieri sono stati fatti saltare dei grandi massi.
«Nei prossimi giorni», spiega Silvano Vernizzi, direttore di Veneto Strade, «le opere di pulizia del versante proseguiranno e, se sarà necessario, verrà nuovamente utilizzato l’esplosivo per rimuovere altri massi. Tutto ciò è finalizzato a liberare la strada in modo da consentire il passaggio del traffico nel momento in cui inizieremo i lavori di messa in sicurezza della galleria dei Castèi. Quando? Oggi non riusciamo a definire i tempi. Certo è che, quando li inizieremo, sposteremo il traffico sul vecchio tracciato garantendo un monitoraggio della frana 24 ore su 24 in modo da fermare le auto qualora se ne ravvisi la necessità».
Se questo tipo di operazione è considerata possibile, molti dubbi sussistono invece sul futuro passaggio ai Castèi della ciclabile Bribano-Cencenighe per la quale da poco è stato assegnato l’incarico per la progettazione definitiva-esecutiva.
«Per quanto riguarda la ciclabile», dice Vernizzi, «sarà necessario fare una valutazione molto approfondita anche con l’ente Parco. Secondo i nostri geologi, tuttavia, in quella zona c’è un pericolo residuo di frana. Non per niente metteremo una guardiania H24».
Se non ci saranno possibilità di eliminare questi rischi, occorrerà trovare una soluzione diversa per la ciclabile.
