PONTEDERA. Su un campo di calcio ha visto la morte in faccia. Era il novembre del 2011. Su un campo di calcio, oggi, ha scelto di fare la promessa di matrimonio alla sua Caterina. Incroci del destino e della vita. Il rettangolo verde che da teatro di una tragedia sfiorata diventa incubatore di un amore pronto a essere scolpito per sempre.
«Eccoti, sai ti stavo proprio aspettando», cantava Max Pezzali. «Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano», recita una frase tratta dal libro Undici Minuti dello scrittore brasiliano Paulo Coelho. «E lei da dove è sbucata?», ha pensato Manuel Caponi quando ha incrociato per la prima volta lo sguardo di Caterina Vitulano, nel 2021. La freccia di Cupido aveva appena colpito. In un campo di calcio, ovviamente. Lì, al Nuovo Marconcini di Pontedera, dove tutto ha avuto inizio, la storia d’amore tra Manuel e Caterina ha vissuto un’altra tappa. «E quindi… mi sposi davvero?», recitava lo striscione apparso a metà campo dopo la partita della squadra Under 17 del Pontedera allenata proprio da Manuel.
Un successo per 2-1 all’ultimo respiro contro l’Olbia- - domenica 3 aprile - e, subito dopo, una “seconda” proposta di matrimonio. «Era una cosa preparata in settimana con i ragazzi. Sapevo che Caterina sarebbe stata presente in tribuna: ci tenevo a fare questa dichiarazione nello stesso posto in cui l’ho conosciuta», racconta Caponi. Una sorpresa a dir poco gradita, un gesto in un luogo dal forte valore simbolico. D’altronde il binomio Caponi-pallone è indissolubile. E riguarda tutta la famiglia. Basti pensare a babbo Alessandro, storico giocatore e bandiera del Pontedera, e ad Andrea, fratello minore di Manuel e capitano dei granata. «Al termine della partita ci raduniamo coi ragazzi per analizzare il match. Stavolta all’interno del cerchio c’era lo striscione, pronto per essere srotolato ed esposto. Caterina si è commossa, è arrivato ciò che volevo trasmettere: è stato bellissimo». Una conferma ulteriore dopo la “prima” proposta e l’anello, un sì che arriverà a luglio 2022, mese del matrimonio tra Manuel e Caterina.
Ma riavvolgiamo il nastro della storia d'amore. Settembre 2020: galeotto per lo scoccare della scintilla fu il Memorial Miguel Vitulano. Caterina, insieme alle sorelle, si occupa dell’organizzazione del torneo dedicato al padre, leggenda del Livorno calcio. Sulla panchina dell’Under 17 del Pontedera c’è Manuel. Calcio e rinascita si intrecciano nella storia di Caponi, talentuoso numero 10 mancino tutto tecnica e fantasia, che, dopo un terribile scontro di gioco nel 2011 e una ripresa caratterizzata da tenacia e abnegazione, ha iniziato un nuovo capitolo della propria vita: quello di allenatore. Il Pontedera, reduce da uno storico trionfo al Nereo Rocco poche settimane prima, vincerà anche il Miguel Vitulano, battendo in finale 2-1 l’Empoli. Un bis, in un pre-campionato da incorniciare. E l’inizio di una storia d’amore. Il primo incrocio di sguardi avviene al Nuovo Marconcini: «Era la partita contro il Livorno. Ci bastava un pareggio per qualificarci alle fasi finali, vincemmo 2-0. Caterina era dietro la panchina, lì partì la prima battuta, poi sono riuscito a tirarle fuori anche qualche parola in più», racconta Manuel. «Ma adesso non si pensa. Adesso arriva. Adesso fa tutto da solo», si legge nel libro di Chiara Gamberale. È successo, la scintilla è scoccata. E Manuel ne è pienamente consapevole. «In genere sono molto concentrato sulla partita, ma lei aveva la capacità di “distrarmi”. Ogni tanto con la coda dell’occhio la cercavo. È stato questo che mi ha fatto pensare che mi piaceva».
È il bar del centro sportivo a far da cornice al primo caffè insieme di Manuel e Caterina. Un incontro a cui fa seguito uno scambio di messaggi sempre più fitto. Intanto il Pontedera è protagonista di un percorso brillante nel torneo e inanella vittorie, fino a mettere in bacheca la coppa. Il giorno della finale Manuel e i suoi ragazzi celebrano il trionfo. Ma non è solo gioia quella che si respira. È nato un amore.
«Ci stavamo conoscendo, non c’era ancora nulla di ufficiale. Ricordo che furono dei momenti molto belli, era già nato qualcosa», aggiunge il mister.
Una grande sintonia, un feeling immediato. Il primo bacio che suggella l’inizio della storia d’amore arriva pochi giorni dopo a Livorno, cena romantica nel quartiere Venezia: «Direi semplicemente che ci siamo trovati. Nulla accade per caso, ecco. Il nostro è stato un bell’incrocio: era il momento giusto, doveva succedere».
E a settembre 2021, un anno dopo il primo incrocio di sguardi, arrivano l’anello e la proposta di matrimonio. «Caterina mi è stata accanto in questi due anni. Ne sa di calcio e mi capisce. Con lei posso affrontare qualsiasi argomento, sa come prendermi e mi trasmette serenità – prosegue Manuel –. Il pallone mi ha tolto tanto, ma pian piano mi sta restituendo tutto. Ora mi ha regalato anche l’amore: incontrare una persona che speri sia accanto a te per tutta la vita non ha eguali».
QUELLA DOMENICA DRAMMATICA
Oggi Manuel sorride ed è felice assieme a Caterina. Si gode la vita. Quella che ha difeso con le unghie e con i denti per diverse settimane nel letto di ospedale. Era il novembre del 2011 e Caponi giocava con la maglia numero 10 del Pontedera, la squadra della sua città. Allo stadio Mannucci va in scena Pontedera-Sansovino. Succede che Manuel Caponi rimane coinvolto in uno scontro in area di rigore. Crolla a terra perdendo conoscenza. L'incidente è grave, viene trasportato in ambulanza in barella. Nei momenti immediatamente successivi all'episodio non si percepisce totalmente la drammaticità della situazione. Qualche ora più tardi, dall'ospedale, il responso choc: "Manuel rischia di morire, è in coma. Non è certo che riesca a riprendersi". Seguono mesi di dita incrociate, di messaggi di vicinanza alla famiglia e di speranza collettiva. Poi Manuel fa la giocata più bella della sua vita e si risveglia. Comincia un lungo percorso di riabilitazione. Torna a parlare, a sorridere, a camminare. Il pallone non ha più potuto toccarlo, e allora ha deciso di stare dall'altra parte. Quella dell'allenatore. Un "mister" che, ora, ha trovato l'amore. E che è pronto a festeggiarlo con il "Sì" che vale per tutta la vita.
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