Cavaliere insignito del San Marco, lavorava a una riedizione del Dizionario. Emigrante in Argentina, era diventato docente universitario di lingue
Le lingue sono state una passione prima ancora che un mestiere. Erano la sua chiave per leggere il mondo, ma anche per mantenere aperta la porta profondamente legato alle sue radici e alla sua città. Mario Sartor Ceciliot si è spento a 95 anni nella sua casa di Roraigrande. Nel 2004 pubblicò il “Dizionario del dialetto pordenonese” edito dalla ProPordenone. «Stava lavorando a una sua riedizione» racconta il sindaco emerito Alvaro Cardin, che proprio di recente gli aveva fatto visita con il presidente Giuseppe Pedicini.
Uomo dall’intelligenza vivace e dalla profonda cultura, ma dai modi semplici, Mario Sartor Ceciliot era emigrato con la famiglia in Argentina a 20 anni. Studiò all’università di Mendoza dove ottenne prima il titolo di professore di letteratura spagnola (nel 1952) e poi quello di professore di Italiano.
Fu proprio negli anni della tesi (argomento “Linguaggio e cultura popolare a Pordenone”) che il professore raccolse materiale che poi utilizzo, al rientro in Italia, per l’elaborazione del dizionario del dialetto e del folklore di Pordenone. Ma non si fermerà a queste lingue Ceciliot: studierà a Parigi e al rientro in Argentina si dedicherà all’insegnamento di latino, spagnolo, italiano, francese e portoghese. Una carriera da docente universitario e da studioso che nel 1983 lo portarono a essere insignito dell’onorificenza di Cavaliere all’ordine del merito della Repubblica italiana, da parte dell’allora presidente Pertini. Una vita alla scoperta del mondo, che non gli farà mai perdere le sue radici profonde. Dopo il ritorno definitivo in Italia, tenne tante conferenze (a Venezia, Padova e Pordenone) e collaborò con la Società filologica friulana, la ProPordenone e l’Accademia San Marco «di cui era socio» ricorda Cardin. Il suo ruolo di studioso, ma ancor più di custode del vernacolo pordenonese, lo aveva portato anche a ottenere il premio San Marco nel 2009.
«Oltre al ricordo di un docente di primo piano nel campo delle lingue – prosegue Cardin –, mi legava a lui un’amicizia nata quando ero bambino. Mario, aveva una decina d’anni più di me ed era il mio catechista. Il parroco allora era don Umberto Gaspardo. Il legame con la sua terra è sempre stato forte e non è un caso che fosse tornato a vivere a Rorai, in quella che oggi si chiama, tra l’altro, via don Umberto Gaspardo». Cardin, che nel 2004 era stato tra i propulsori del progetto del dizionario, lo aveva incontrato di recente perché «avrebbe dovuto realizzare l’ultima edizione del glossario pordenonese e ci stava già lavorando, nonostante fosse sofferente. Alla moglie Maria Pia, alla figlia e ai nipoti, esprimo le più sentite condoglianze, mie e dell’Accademia San Marco». I funerali di Ceciliot si terranno lunedì 11 aprile alle 15 nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo, naturalmente a Roraigrande (quartiere in cui sarà poi sepolto). Il rosario sarà recitato domenica, 10 aprile alle 20, sempre a San Lorenzo.