Avevamo la pallacanestro in A2, appunto, la pallavolo femminile e maschile in A, i grandi nomi della musica. Ci ritroviamo con i bivacchi sulle scale e coi messaggi poco edificanti vergati con la vernice spray sulle colonne
PORDENONE. Come siamo finiti dai canestri di Meneghin e Oscar ai muri scrostati e ai graffiti? Cosa è rimasto delle note di Dalla e Cocciante, dei concerti di De Gregori, Zucchero, Baglioni, Muse, Simple Minds e via rimpiangendo?
In via Fratelli Rosselli, vicino alla targa che ricorda Maurizio Crisafulli, campione della Simmenthal Milano e della Postalmobili ai tempi di A2 e B, è il degrado ad accogliere gli sportivi che quotidianamente frequentano il palasport per dedicarsi alle loro discipline.Della grande casa di basket, volley e musica sono rimasti echi, rimpianti e un presente fatto di tinte molto più sbiadite.
Avevamo la pallacanestro in A2, appunto, la pallavolo femminile e maschile in A, i grandi nomi della musica. Ci ritroviamo con i bivacchi sulle scale e coi messaggi poco edificanti vergati con la vernice spray sulle colonne.Due cenni di storia. I lavori di costruzione del palasport furono avviati nell'agosto 1969, ma ci volle un inverno al freddo (come ricorderà bene chi giocava nella Postalmobili dell'epoca) prima che l'impianto di riscaldamento entrasse in funzione.
La capienza, inizialmente di 1.400 posti, nella stagione 1974-75, con Dado Lombardi in panchina, era diventata un numero scritto sulla carta. Dentro, di gente, ce n'era sempre molta di più- Risale all'agosto 1983, all'epoca del Pordenone in B, il progetto dell'ampliamento dell'impianto firmato dall'architetto Stefano Varnier, volto a raggiungere il minimo di 3.500 posti per poter disputare la serie A. La capienza fu portata a 3.840 spettatori, dato ancora attuale.Il 13 ottobre 2014, al governo la giunta Pedrotti, l'ultimo capitolo, con l'intitolazione a Maurizio Crisafulli, che due anni prima una malattia aveva portato via ai cuori delle persone care e dei tifosi.Da lì in poi il lento ma inesorabile declino, la discesa nelle classifiche sportive e la scalata in quelle del degrado
La Fipp che gestisce l'impianto (dove giocano il Sistema, il Sistema Rosa e le giovanili della società di gestione) e il Comune si sono dati da fare per combattere questa tendenza. «Con 300 mila euro - ricorda l'assessore comunale allo sport Walter De Bortoli - abbiamo rifatto la pavimentazione, i bagni e gli spogliatoi e stiamo ultimando la hall dell'ala Skorpion. Abbiamo chiesto una somma analoga per rifare le putrelle delle colonne azzurre e il tetto. Purtroppo sono ricominciati i bivacchi notturni che già si erano verificati al culmine dell'emergenza profughi e alcuni limitati episodi di inciviltà da parte dei ragazzi fuori dalla pista da skating, nel dopo scuola, non hanno aiutato a tenere la struttura pulita. Ce ne occuperemo con controlli più approfonditi e ripuliremo l'edificio».
Il ragionamento, però, andrebbe esteso a una ripresa quantomai necessaria dei grandi eventi, musica ma non solo, in una "casa" creata e ampliata proprio in questa chiave. La Reyer Venezia gioca la serie A1 e le Coppe europee al PalaTaliercio, posti 3.509, oltre trecento in meno di Pordenone. A Conegliano la Zoppas Arena, che ci ha drenato tanti spettacoli sportivi e musicali, di posti ne ha 3.400.La pandemia ci ha messo del suo, come un po' ovunque, con la sospensione degli eventi di massa, ma ora, in tempi di graduale ripartenza e di bandi del Pnrr, sarebbe bello veder rivivere, fuori e dentro, questa cattedrale collocata nel cuore della città.Dovevano arrivare i Pinguini Tattici Nucleari, reduci da Sanremo, ma furono bloccati dal Covid.
Tour ripartito ma niente più Pordenone. Altri grandi nomi, ed è un'ottima notizia, sono in arrivo al parco San Valentino e in Fiera, ma nella pancia del "gigante buono" restano squadre non al top. Fuori, graffiti e degrado.Possiamo fare e meritiamo di meglio