Luca Pippan racconta la visita del cantante. «È rimasto fino alle 2 di notte, mi ha detto che non mi libererò più di lui»
«Quando i altri clienti lo hanno visto entrare non ci credevano. E solo dopo qualche secondo di smarrimento hanno cominciato a tirare fuori i cellulari per scattare foto». Così Luca Pippan, proprietario insieme al fratello Daniele del ristorante Melafumo, racconta lo stupore che domenica sera hanno provato i commensali dell’osteria di via Mentana quando Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, ha varcato la soglia d’ingresso. «Sabato un amico che abbiamo in comune mi ha chiamato dicendomi che Zucchero voleva venire a mangiare da noi perché una nostra cliente di Pietrasanta gliene aveva parlato bene e gli aveva consigliato di provare la nostra cucina e il clima che si respira qui da noi. E così gli abbiamo riservato il tavolo per le 21. Lui ci ha espressamente chiesto di fargli assaggiare il cacciucco».
È stata una serata strana quella di domenica: una grandinata ha imbiancato le strade della città, ma nonostante il meteo avverso l’artista reggiano ha spaccato il minuto. «Oltre al cacciucco ha scelto un antipasto di mare con varie portate, il tonno scottato in griglia e il polpo grigliato, ovviamente tutto accompagnato dal vino rosso – ricorda Pippan –. È stata una serata perfetta. Pensate che è rimasto con noi fino quasi alle 2, facendo praticamente chiusura. Prima di andare via mi ha chiesto ancora cacciucco e baccalà da asporto per portarlo via».
Tra Sugar e l’ambiente del Melafumo, con la sua aria di osteria vera, di casa, la scintilla è stata immediata. «È una persona veramente gradevole», continua Pippan, che pure è abituato ad avere ai suoi tavoli personaggi noti. «Ci capita spesso, in questi anni ho sempre trovato persone molto cordiali e alla mano. Zucchero è tra questi ma in più si è dimostrato esattamente quello che vediamo in tv o in un concerto: un uomo che non le manda a dire e anzi dice quello che pensa con grande coerenza. A fine serata l’ho salutato dicendogli che per me era stato un piacere. Lui mi ha risposto “non so se alla lunga sarà un piacere, perché ora non ti libererai più di me”».
Per artisti del suo calibro andare a cena al ristorante può diventare spesso una fatica con l’assalto dei vicini di tavoli. Zucchero, però, racconta Pippan si è sdato, raccontando aneddoti di una carriera pazzesca, scattandosi selfie e firmando autografi con i tanti presenti. «È stato disponibilissimo con tutti coloro che gli hanno chiesto uno scatto o un autografo. Quando abbiamo personaggi dello spettacolo ci tengo che non ci sia la calca e che comunque siano liberi di trascorrere la loro serata senza stress, ma come detto è stato lui stesso il primo a mettersi a disposizione dei clienti. Un aneddoto? Mi ha raccontato di quando nel 1997 rinunciò a cantare al XXIII Congresso Eucaristico davanti a Papa Giovanni Paolo II a cui partecipò pure Bob Dylan. Al tempo una della sue canzoni più famose era “Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’Azione cattolica”. Avrebbe voluto esibirsi con quella canzone, ma un cardinale gli ordinò di cambiare brano e per questo scelse di non partecipare. È un aneddoto che mi ha colpito in positivo perché dimostra come non si sia mai venduto, rimanendo coerente sulle sue posizioni fino in fondo».
***
***
La serata è stata magica anche per gli altri clienti. «Due tavolate che venivano da Firenze andando via mi hanno addirittura ringraziato dicendomi che solo qui si può venire a cena e trovarsi Zucchero seduto al tavolo accanto da un momento all’altro. Per noi sono soddisfazioni e soprattutto ciò che ci piace di più è riuscire a far parlare di Livorno in tutto il mondo grazie al nostro locale. Questo è il vero motivo per cui vive questo ristorante: far conoscere la nostra meravigliosa città».
Un legame fortemente intriso di amaranto. E non a caso proprio ieri sera a cena si è presentato in via Mentana il Livorno Calcio. La rosa amaranto e lo staff hanno passato la serata in via Mentana, per la felicità dei fratelli Pippan. «Mi sembra di esser tornato a 19 anni quando seguivo il Livorno in tutti campi di Toscana in Interregionale. Avere la squadra della mia città a cena da noi è un’emozione incredibile. Come dicevo, siamo abituati ad avere persone conosciute, ma quando viene Igor Protti servono le guardie del corpo, perché la gente per lui impazzisce».