Prato, il padre del bambino rimasto orfano chiede di costituirsi parte civile nel processo sulla morte della giovane operaia
PRATO. È iniziata ieri (giovedì 7) ed è stata subito rinviata al 22 settembre l’udienza preliminare nel processo per la morte di Luana D’Orazio, la giovane operaia di Agliana morta il 3 maggio dell’anno scorso all’interno dell’Orditura Luana di via Garigliano a Montemurlo. Il giudice Francesca Scarlatti ha preso atto del legittimo impedimento dell’avvocato Melissa Stefanacci, da pochi giorni mamma, difensore di uno dei tre imputati, il manutentore Mario Cusimano. Gli altri due imputati sono la titolare dell’orditura, Luana Coppini, e il marito Daniele Faggi, formalmente dipendente dell’azienda ma per il pubblico ministero Vincenzo Nitti titolare di fatto. Tutti e tre sono accusati di omicidio colposo e di rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche.
La novità di giornata, essendo già ampiamente previsto il rinvio, è la comparsa sulla scena dell’ex compagno di Luana D’Orazio, Giuseppe Lerose, che è anche il padre del loro bambino di 6 anni. Tramite l’avvocato Domenico Sirianni di Crotone, Lerose ha chiesto di costituirsi parte civile per conto del figlio. Un’iniziativa che non è ben vista dai genitori di Luana. «È una circostanza a cui ci opporremo facendo le nostre considerazioni sulla sua effettiva presenza nella vita del minore» ha detto a questo proposito l’avvocato Daniela Fontaneto che assiste la madre di Luana, Emma Marrazzo.
Per conto del nipote ha chiesto la costituzione di parte civile anche il nonno materno e alla prossima udienza il giudice dovrà decidere chi dei due, se il nonno oppure il padre, ha il diritto di farlo. Oltre alla madre di Luana, richiese di costituzione di parte civile sono state presentate anche dall’avvocato Giuseppe Quartararo per conto dell’Inail, dalla Femca Cisl e dall’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro.
«Confido nella magistratura e mi aspetto che venga fatta giustizia – ha commentato Emma Marrazzo all’uscita dal Tribunale poco dopo le 11– Stiamo discutendo con l’assicurazione dell’offerta risarcitoria e intanto con questa udienza è stato fatto un primo passo». Nei giorni scorsi la compagnia UnipolSai aveva offerto 336.500 euro a testa ai genitori di Luana e al figlio dell’operaia, 100.000 euro al fratello della vittima, una cifra ritenuta non congrua dalla famiglia.
«Mi risulta che stanotte siano partiti i bonifici da parte dell’assicurazione» ha poi spiegato l’avvocato Barbara Mercuri, che insieme ad Alberto Rocca difende Luana Coppini e il marito Daniele Faggi. I familiari di Luana hanno fatto sapere, sempre nei giorni scorsi, che accetteranno la somma come “acconto del maggior avere”. Il denaro comunque sarà versato a prescindere dalla costituzione di parte civile. Servirà alle difese per chiedere, più avanti, il patteggiamento.