Il Papa, Paul Newman, la palestra di Schumi. Il Drake disse: «Del paese parlerà il mondo»
FIORANO. Ne ha viste di cose la pista di Fiorano in cinquant’anni di vita. Inaugurata l’8 aprile del 1972 dopo sette mesi di lavori per permettere alla Casa del Cavallino Rampante di provare le sue vetture da corsa e allenare i piloti (e i meccanici) è una delle tappe fondamentali per gli appassionati di “rosse”. Appiccicati un tempo alla rete di cinta sulla via Giardini, oggi assiepati sulla tribuna naturale rappresentata dal cavalcavia sulla Pedemontana qui possono vedere le vetture di Formula 1 fare i test sul circuito, costruito ad un passo da Maranello e dall’ingresso della Ferrari.
Qui Papa Giovanni Paolo II nel giugno 1988 salì su una Mondial rossa guidata da Piero Ferrari per un giro di pista in quella che è una sorta di cattedrale laica per chi ama i motori. Qui Jacques Villeneuve girò nel 2012 sulla 312 T 4 del padre Gilles sotto agli occhi di mamma Joanna. Il primo settembre 2016 sulla pista si svolse addirittura un summit italo-tedesco tra Renzi e la Merkel e l’anno dopo si conclusero invece i festeggiamenti dei 70 anni della Ferrari. Nel 2020 in un’area adiacente al circuito venne poi aperto un drive through per i tamponi anti-Covid, segno dei tempi in cui viviamo.
«L’idea di realizzare la pista è nata da Enzo Ferrari. Secondo me – ricordava qualche anno fa in una pubblicazione l’ex sindaco (dal 1960 al 1973) Renzo Sola – hanno contribuito alla scelta di Fiorano in particolare tre elementi: ubicazione vicino allo stabilimento Ferrari, grande attenzione da parte dell’amministrazione comunale alla richiesta, terreni sui quali realizzare la pista già di proprietà. Insieme ai rappresentanti della minoranza consiliare andammo a trattare con Ferrari (e non fu una passeggiata!), ma alla fine fu firmato l’accordo e vidi il Commendatore soddisfatto. Nel salutarci ci disse “sino ad oggi Fiorano è conosciuto nel mondo per le sue piastrelle, con questo accordo sarà conosciuto anche perché sede della pista”».
Un ulteriore motivazione per la realizzazione di una pista privata della Ferrari fu rappresentata dal fatto che l’aerautodromo di Modena era ormai troppo vicino alle case e rumoroso. Chiuse infatti nel 1976. Per Fiorano e tutto il distretto ceramico quello era il periodo in cui un territorio prevalentemente dedito all’agricoltura si trasformava tumultuosamente, con il boom della ceramica. La pista che un tempo era attorniata dai campi e oggi si sviluppa tra Villaggio artigianale, Giardini, Pedemontana era nel 1972 dotata di dieci telecamere a circuito chiuso, grazie alle quali si poteva osservare metro per metro il comportamento delle vetture. Nessuna scuderia di Formula 1 disponeva all’epoca di un luogo simile, dotato anche di una corsia box con rifornimento utilizzata per fare le prove dei pit-stop. Qui nella vecchia casa colonica bianca con le finestre e la porta rossa Ferrari aveva ricavato il suo ufficio e una sala riunioni, nella stalla c’era un’altra sala, mentre nell’ex fienile era stato realizzato l’ufficio studi dell’ingegner Forghieri. Schumacher spesso dormiva qui e nel garage aveva una mini-palestra. Oggi il circuito dispone di un impianto di telemetria e cronometraggio, oltre che di irrigazione per le prove “bagnate”. Dal 2002 è stato aggiunto l’edificio della Logistica Gestione Sportiva Ferrari (dedicata alla gestione e alla movimentazione delle auto di Formula 1) e dal 2021 quello del dipartimento Attività Sportive GT, che sovraintende alle funzioni dei dipartimenti Competizioni GT e Corse Clienti.
Non si gira più di notte a Fiorano, come si faceva negli anni Ottanta, mettendo a dura prova i nervi dei residenti. A 17 anni è qui che il pluricampione mondiale Andrea Bertolini guidò la sua prima Ferrari, pur non avendo ancora la patente. Qui Marchionne si divertiva a correre ad alta velocità per rilassarsi e Paul Newman provò la sua 308 Gtb appena acquistata. Sempre su queste curve si svolse nel 2004 anche una prova speciale del Rally Città di Modena. E in pista viveva Box, un cane lupo che appena arrivava la Ferrari 308 rossa di Villeneuve scappava a nascondersi. Ma solo quando arrivava quella di Gilles, che in un inverno nevoso come quelli suoi canadesi finì pure fuori pista con la monoposto di Formula 1, per la gioia dei meccanici. E sempre qui Alesi e Berger capottarono distruggendo la Y10 di Jean Todt. Auguri Fiorano!
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