Ulss, Comuni e associazioni di categoria insieme per abbinare domanda e offerta. Si cercano addetti soprattutto nell’edilizia, nella metalmeccanica e in agricoltura
TREVISO. In provincia di Treviso ci sono oltre 20 mila disoccupati. Di questi 2.900 senior, 10 mila adulti e 7.800 giovani. Far incontrare domanda e offerta, stimolando il mercato del lavoro a dare risposte a chi si trova in difficoltà, rappresenta la base del “protocollo d’intesa della rete territoriale per l’orientamento permanente della popolazione adulta” che è stato firmato giovedì a Villa Carisi, sede della direzione generale dell’Ulss 2. L’intenzione è di rafforzare la collaborazione tra l’universo sociosanitario e le categorie economiche, potenziando i servizi di orientamento, formazione e collocamento.
L’iniziativa, promossa dal Cpia “Alberto Manzi” di Treviso quale ente capofila, riunisce conferenza dei sindaci, Veneto Lavoro Ambito di Treviso, Assindustria Veneto Centro Imprenditori Padova-Treviso, Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, Coldiretti Treviso, Unindustria Servizi e Formazione, Confartigianato Marca Trevigiana Formazione, Impresa Verde Treviso e Ulss 2.
«Questo progetto rappresenta un unicum nel suo genere a livello Veneto e un’eccellenza su scala nazionale» dice il direttore generale dell’azienda ospedaliera Francesco Benazzi. L’intenzione è di dare risposta a chi si trova in una situazione di fragilità, a chi rischia l’emarginazione economica, ma anche alle persone con disabilità che devono iniziare il lavoro e vengono supportate dalle assistenti sociali. “Cercare il lavoro e trovarlo” rappresenta il cuore dell’iniziativa, per questo oltre ai servizi sociosanitari sono state coinvolte le associazioni di categoria e gli enti che si occupano di formazione.
«La nuova rete che è venuta a costituirsi va nella direzione della presa in carico della persona e punta anche a fornire una risposta ai giovani che rischiano la dispersione scolastica» sottolinea la presidente della conferenza dei sindaci Paola Roma. Saranno infatti i servizi territoriali a fare da punto di incontro tra chi cerca un impiego e chi lo può offrire.
A sostegno del percorso gli enti della formazione quale il Cpia. «Il nostro obiettivo è garantire la formazione permanente dell’adulto facendo in modo che possa realizzarsi professionalmente, socialmente e culturalmente» spiega la dirigente Michela Busato. Una sfida che non può ignorare le ripercussioni di oltre due anni di pandemia e la recente incertezza legata alla guerra in Ucraina.
Le aziende cercano figure da occupare nell’edilizia e nella metalmeccanica, ma anche manodopera specializzata ed esperti nell’ambito digitale. In agricoltura si cercano lavoratori per raccolti e vendemmie.
«Il progetto è una vetrina per favorire l’inserimento di figure mancanti» commenta Oscar Bernardi di Confartigianato. «Cerchiamo di valorizzare il capitale umano mettendo tra i fondamenti la sostenibilità» prosegue Alberto Zanatta di Assindustria. Osserva, invece, la partita del cambiamento del mercato del lavoro Tiziano Barone di Veneto Lavoro: «La rete tra le istituzioni che abbiamo appena costituito aiuta le persone a gestire meglio il cambiamento del mercato del lavoro, sviluppando le attese personali e quelle del territorio». —
