BELLUNO. Un criterio nel bando esclude la maggior parte degli agriturismi dal finanziamento per rinnovare le attività. Si tratta del bando per il sostegno delle attività economiche che era stato lanciato dalla Provincia e dal Fondo Comuni confinanti con l’obiettivo di aiutare le attività colpite dalla pandemia Covid. Sul tavolo 1.187.500 euro, con la concessione di finanziamenti a fondo perduto alle microimprese (60% della spesa ammissibile, con un massimo di 15 mila euro per investimenti pari o superiori a 25 mila euro) per ristrutturare i locali e ammodernarli, ma anche per acquistare attrezzature e arredi.
Soldi destinati a rifugi, gelaterie, pasticcerie, mense, ristoranti, agriturismi. Ma al momento di inoltrare la domanda, questi ultimi hanno capito che c’era un problema. «L’attività agrituristica normalmente è secondaria rispetto a quella agricola», spiega Mauro Alpagotti, direttore della Confederazione italiana agricoltori (Cia) di Belluno.
«Da bando, però, possono accedere ai finanziamenti solo le imprese in cui l’attività agrituristica è primaria. E questo esclude almeno l’80% dei potenziali beneficiari». Rientrano solo, precisa Alpagotti, quelle imprese con due unità produttive, con attività agrituristica allocata in un luogo “secondario”. E sono pochissime.
«Di fatto, sono almeno 150 le imprese escluse dal bando», continua Alpagotti. «È un danno per queste aziende, che vedevano in questo bando un’occasione per rilanciarsi, dopo un periodo molto difficile com’è stato quello della pandemia».
Lo testimonia Massimiliano Vantaggi, titolare dell’agriturismo La casa nei boschi, sopra Lentiai. «Con quel contributo avrei sistemato il plateatico esterno. Senza, non farò l’investimento perché di questi tempi non me la sento», confessa. «Peccato, perché sarebbe stata una bella occasione per dare qualcosa in più ai clienti... speriamo che in futuro esca un altro bando dedicato alle nostre attività».
È lo stesso auspicio di Alpagotti, che si è confrontato con la Provincia per capire se fosse possibile correggere l’errore nel bando per includere tutti gli agriturismi del Bellunese: «Inizialmente c’è stato un rimpallo di responsabilità fra la Provincia, che ha scritto il bando, e Unioncamere che lo gestisce», spiega. «Da Palazzo Piloni alla fine ci è stato detto che non è possibile modificare il bando in corso. Resta il rammarico, perché si trattava di risorse importanti per consentire a queste piccole imprese di acquistare attrezzature che spesso sono escluse da altre fonti di finanziamento, e le procedure erano anche molto snelle. Magari se fossimo stati coinvolti al momento della stesura del bando ci saremmo accorti dell’indicazione errata. Mi auguro che a breve possa uscire un bando ad hoc per queste attività». —
