Sinergie fra gli scali grazie al rafforzamento dei collegamenti ferroviari. Il progetto fa perno sulla società Alpe Adria. Il ruolo della Regione
TRIESTE Un nome suggestivo per un progetto ambizioso partito a gennaio ma reso noto solo oggi, che «cambia radicalmente la prospettiva della logistica e rafforza il sistema Italia», per usare le parole di Antonio Gurrieri, amministratore delegato di Alpe Adria, tra i registi dell’operazione.
Si chiamerà “Corridoio dei due mari”, laddove i due mari sono l’Adriatico e il Tirreno, sui quali si affacciano i due più importanti porti italiani, Trieste e Genova, che sembrano destinati a unire le forze per creare una nuova sinergia basata sulla ferrovia e l’intermodalità.
L’obiettivo è aumentare la competitività dei porti italiani nei confronti dei grandi scali del Nord Europa e pure ridurre il traffico dei Tir su gomma, diminuendo anche l’impatto ambientale dei flussi commerciali, tema tanto caro da tempo all’Unione europea.
La filosofia di fondo è che è meglio unire le forze interne piuttosto che farsi le guerre di quartiere, anche perché Trieste e Genova hanno mercati di riferimento diversi e caratteristiche diverse, quindi possono giocare di più, e meglio, in squadra senza pestarsi i piedi.
Da qui l’idea di avviare un “patto” per costruire un nuovo corridoio ferroviario sulla direttrice Est-Ovest, che intercetti i flussi Nord-Sud, aumentando in modo esponenziale il traffico su ferrovia. Sarà infatti lei, la ferrovia, a unire, come in unico grande scalo del Nord, le banchine del Tirreno e dell’Adriatico; e il patto dovrebbe poi essere esteso ai grandi operatori, con cui si sta già ragionando.
Il tema di base è semplice: Trieste è il primo scalo italiano per movimentazione ferroviaria delle merci, e su questo fronte non ha eguali. Genova, guidata dal presidente Paolo Signorini, è invece la banchina più importante per l’arrivo delle materie prime che servono alla produzione delle aziende di Piemonte e Lombardia e i porti del Tirreno sono più convenienti per alcune rotte, come quelle transatlantiche. Una sinergia per mettere insieme i punti di forza è la base dell’alleanza tra i due scali.
Al lavoro, prima ancora delle due Authority, ci sono diverse aziende pubbliche di settore, “benedette” dalla politica. Il perno è Alpe Adria, la società di trasporto ferroviario Fvg presieduta da Maurizio Maresca, partecipata da Friulia, dall’Autorità di sistema e da Mercitalia. È il soggetto scelto per gestire e promuovere i treni merci anche nel Nord Ovest. La rete dei binari corre poi parallela a quella delle alleanze più politiche. Tanto che tra i registi dell’operazione c’è Massimiliano Fedriga, nella sua doppia veste di presidente del Fvg e della Conferenza delle Regioni. Fedriga non rilascia dichiarazioni, ma non smentisce le voci che lo danno in prima linea.
Lo stesso Gurrieri conferma che «sono state la Regione Fvg e la Provincia Autonoma di Bolzano a fare da apripista». L’ad di Alpe Adria spiega che «è un progetto che ha l’ambizione di essere di interesse nazionale, nato nel quadro dallo scenario proposto dal ministero per alimentare le differenti modalità di trasporto lungo i corridoi - dice Gurrieri - . Il primo incontro è avvenuto il 12 gennaio al ministero delle Infrastrutture e da lì è nata l’idea di costruire un corridoio orizzontale da Trieste a Genova, con dei gate precisi. A fine marzo abbiamo iniziato a stendere questo progetto e l’obiettivo è chiuderlo in due mesi, quindi a giugno». Quali sono questi gate, questi super hub?
«Cervignano, con flussi che vanno verso Slovenia, Ungheria, Austria e Germania; poi Isola della Scala a Verona, che punta verso Austria e Germania via Brennero - precisa Gurrieri -. Poi c’è l’area lombarda, dove abbiamo due terminal che stiamo valutando, quello di Sacconago e un altro su Corte Nuova, con direzione di traffico verso Olanda e Germania, per arrivare infine ad Alessandria, che guarda verso la Svizzera e la Francia. Noi vogliamo mettere insieme tutto questo in un progetto che venga dichiarato di interesse nazionale: è difficile, ma ci stiamo provando. L’attraversamento dei corridoi Nord-Sud trasversalmente con questo corridoio cui stiamo lavorando - spiega ancora l’ad Gurrieri - prevede un modello di collaborazione che chiamiamo “open rail”, ferrovia aperta, per fare in modo che Trieste e Genova si arricchiscano vicendevolmente. Vogliamo assicurare - continua Gurrieri - una crescita costante del sistema ferroviario lungo questo corridoio, non solo sotto il profilo marittimo, ma anche continentale. Lungo l’asse Est-Ovest, che puntiamo a far diventare un agglomerato di interessi sinergici - dice Gurrieri - ci sono infatti numerosi flussi di natura continentale. Quelli che arrivano dal centro e dal sud Italia che avranno a disposizione quattro possibilità, quattro hub al top dal punto di vista infrastrutturale per poter arrivare a destinazione oltre i confini nazionali. Molti di quei flussi potrebbero passare ad esempio per Cervignano per andare verso Nord».
Tradotto: il Tir che dalle Marche deve esportare mobili a Monaco non dovrà più arrivare in Germania, ma potrà scaricare il contenitore in uno dei quattro hub, da cui verrà poi portato via treno a Monaco. Cosa che già esiste, ovviamente, ma che questo progetto intende «implementare alla massima potenza, anche per evidenti ragioni di carattere ambientale, oltre che economico, come tra l’altro indica l’Ue».