Collegherà il Vialone al centro città e alla nuova ciclopista della Lecciona. Ma per alcuni titolari degli stabilimenti «creerà più problemi che soluzioni»
VIAREGGIO. A pochi giorni dall’inizio ufficiale della stagione turistica il Vialone della Darsena, alias viale Europa, è un cantiere a cielo aperto. I primi ciclisti, un gruppo di studenti, cercano di attraversarlo districandosi tra asfalto sventrato, transenne e auto. Che, come capita spesso a Viareggio, interpretano a proprio piacimento il codice della strada.
Nel frattempo i balneari preparano i loro stabilimenti in vista del fine settimana e soprattutto della Pasqua. Con la grande incognita della nuova pista ciclabile che, dal palazzetto e attraverso la pineta di Levante, si snoda prima a sinistra e poi a destra del Vialone per chi viene dal centro città. Riducendo sensibilmente la carreggiata. E creando, secondo alcuni balneari, più problemi che soluzioni.
«Il vero banco di prova – spiegano Giacomo Maggiorelli, titolare del bagno Arizona, e Luigia Spazzafumo, titolare dell’Ester, tra i più critici sull’operazione – non sarà nei prossimi giorni, quando cominceranno ad arrivare i primi clienti. Il test reale sarà da giugno, nei fine settimana e nei giorni clou dell’estate, tra luglio e agosto. A quel punto vedremo quale sarà l’impatto della solita invasione di auto e come si riverserà tutto questo sulla nuova viabilità. A nostro giudizio, sarà il caos».
Secondo alcuni balneari darsenotti il tracciato lato bagni non è l’ideale. È stata ridotta la cosiddetta “sede stradale”, perché quello che una volta era il marciapiede è stato allargato per realizzare, appunto, la ciclopista rialzata. Che servirà da collegamento in bici tra la città, attraverso via Coppino e via Menini, e la futura ciclopista della Lecciona, nel progetto della ciclabile Tirrenica. Forse il primo tassello di una viabilità tutta nuova per la Darsena, con la via del Mare a fare da perno.
«Il primo progetto in assoluto, qualche anno fa, prevedeva il passaggio della ciclopista dietro i locali. Quindi più all’interno del Parco – proseguono Maggiorelli e Spazzafumo – Preso atto che questo tracciato non è andato a buon fine, per mancati accordi col Parco e per la necessità di un investimento maggiore rispetto all’attuale (la pista ciclabile della Darsena è costata circa 800mila euro, ndr), il Comune avrebbe potuto scegliere di realizzare la ciclopista a sinistra del Vialone, e non a destra». Cioè lato locali. «Averla realizzata lato bagni, invece, comporta che la carreggiata viene ridotta sensibilmente, con grande scomodità per i veicoli che arrivano qui. I fornitori saranno in difficoltà, perché hanno mezzi particolarmente ingombranti. Secondo noi, ci saranno problemi sia in entrata che in uscita dai bagni. Si creeranno code e disagi. E ci saranno rischi per la sicurezza». Senza contare, proseguono, la possibilità che nei giorni di maggior afflusso «si scateni il solito assalto a qualsiasi cosa somigli a un parcheggio. La scena classica che vedevamo la domenica e nei giorni clou era la fila di auto parcheggiate sul marciapiede oggi sostituito dalla pista ciclabile. Ovviamente è un comportamento detestabile che non va giustificato. Ma non possiamo escludere che accada di nuovo».
I lavori sono in fase avanzata, anche se da completare – un altro discreto punto interrogativo – perciò viene da chiedersi: i balneari devono rassegnarsi, oppure chiederanno qualche piccola modifica? La loro risposta è, tutto sommato, diplomatica: «Abbiamo segnalato gli aspetti critici di questa viabilità che non ci vede contrari a prescindere – concludono i titolari dei bagni Arizona e Ester – Vediamo alla prova della stagione turistica quali saranno gli aspetti buoni e quali quelli da migliorare. Un’ipotesi potrebbe essere un circuito ad anello tra il Vialone e la strada che passa davanti agli ingressi dei bagni, con due sensi unici: uno verso Torre del Lago e uno verso Viareggio. Di sicuro potenzieremo il servizio di navetta che facciamo da anni, con i nostri clienti che potranno lasciare l’auto nella zona piscina-palazzetto. Se non riduciamo la presenza di auto, la nuova pista ciclabile avrà poco senso».
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