La sconfitta di Trento, la sesta consecutiva, complica la classifica biancorossa. Sondaggi per il dopo-Alexander
TRIESTE I momenti alle spalle delle due grandi del campionato, da rivelazione della stagione, sembrano così lontani. Sei sconfitte di fila e l’ascensore del lato destro della classifica che continua a scendere. L’Allianz a Trento è tornata a riscoprire il senso del collettivo ma la coesione purtroppo non porta punti. E sabato arriva all’Allianz Dome la Virtus Bologna campione d’Italia, non proprio l’avversario più addomesticabile. Un girone di ritorno negativo, un Usa scaricato ma formalmente non ancora un corpo estraneo, un centro disperso in 70 secondi di imbarazzante pochezza, rotazioni ridotte e veterani in affanno e poco lucidi nel finale. Come se ne esce per ripartire?
Nessuna rivoluzione in vista. Probabilmente un cambiamento concreto e un tentativo di recupero. Mario Ghiacci, presidente dell’Allianz Pallacanestro Trieste, su alcuni temi è chiaro.
IL COACH «L’allenatore Franco Ciani non si tocca e non starò a ripeterlo. Durante la scorsa settimana ci eravamo posti l’obiettivo di vedere segnali di reazione e questi ci sono stati, anche se siamo mancati nel finale. L’atteggiamento dei giocatori però è stato quello che ci si attendeva», spiega il massimo dirigente biancorosso.
RINFORZI. Ty-Shon Alexander non fa più parte dei piani tecnici dell’Allianz. Ma il reparto piccoli, dopo la partenza di Fernandez, adesso ha rotazioni limitate e dei tre uomini del settore due non sono più giovanotti. Si rischia di rimanere così oppure...? «Stiamo sondando il mercato e cercheremo di trovare un elemento che possa esserci utile», spiega Ghiacci. Al momento una pista vera e propria non ci sarebbe. Probabile che la società si senta in mezzo a un bivio: da un lato ha la necessità di mettere una pezza prima possibile, dall’altro dopo l’estensione del roster al 6+6 non può fare altri onerosi passi affrettati e l’avere in vista un match “impossibile” come quello con le Vu nere potrebbe consigliare di prendere tempo.
KONATE Il centro maliano a Trento è stato tenuto sul parquet 70 secondi, con due palle perse. Non è più rientrato. Ciani ha impiegato Lever alternandolo da 4 e da 5 quando Delia doveva rifiatare. E quando Gražulis è uscito per falli è stato adattato Deangeli da ala forte. Konate si è giocato tutti i bonus e il credito di fiducia che poteva essergli concesso anche dagli stessi compagni di squadra ormai è stato esaurito. In qualche caso l’insofferenza da parte di chi tira la carretta è addirittura palese, vero Davis? Che fare? Ghiacci spiega: «Abbiamo fatto una riflessione con lo staff tecnico. Cercheremo di recuperare Sagaba, spingendolo a darci quello che ci serve».
Un’altra operazione sul mercato sarebbe costosa e due innesti in pochi giorni potrebbero essere un rischio per un gruppo che deve ritrovare un equilibrio. Va notato tuttavia che finora la pazienza da parte della PallTrieste per il centro è stata sconfinata. Aveva corso il rischio di fare compagnia a Sanders sul volo per gli Usa ma gli è stata data fiducia, è stato sottoposto a un corso di ripetizioni ad hoc per adeguarsi al metro arbitrale italiano e contro la Fortitudo se nè uscito con una gomitata a un avversario, è stato fatto partire nello starting five perchè così era successo in occasioni delle prove migliori a inizio campionato e invece adesso il rendimento non si è spostato. In passato c’è chi ha fatto le valigie per molto meno. Un Konate così non serve. Sta a lui ora capire che è all’estrema prova di appello e che se, dopo non aver sfondato in Spagna e Grecia, fallisce anche in Italia la sua carriera europea proseguirà nella periferia del basket. —