Il consigliere della Lega, Carlo Pavan, ancora nell’occhio del ciclone per due post pubblicati ieri sul suo profilo Facebook. Due commenti dettati dalla rabbia per un possibile rigore non fischiato all’Udinese nel finale della sfida persa contro il Napoli giocata allo stadio Maradona. Commenti che attingono a luoghi comuni basati su una palese discriminazione territoriale.
«I soliti ladri meridionali.. anche un orbo avrebbe visto quel mani..» è il primo post al quale subito dopo è seguito il secondo: «Non era la partita da vincere. Ma un espulso dubbio e un rigore netto non fischiato.. Meridionali per non dire napoletani di m.. Fate schifo».
Inutile dire che in molti, visto il ruolo di consigliere ricoperto da Pavan, non hanno gradito. «È gente che non sa cosa vuol dire giocare a calcio - ha replicato Pavan -. Io vado in curva da venti anni e il mio è un commento da tifoso incavolato per un rigore netto non fischiato. Cos’è, solo perché sono leghista non posso dire la verità? Qui la politica non c’entra nulla e se qualcuno non lo capisce o non lo vuole capire non è certo colpa mia. Chi critica evidentemente non ha una fede calcistica. Fosse stata un’altra squadra al posto del Napoli sarei incavolato allo stesso modo». I commenti non sono sfuggiti anche ad altri esponenti di Palazzo D’Aronco come il consigliere di Azione, Pierenrico Scalettaris, secondo cui si tratta di «post incommentabili con toni da Lega dei primi anni ’90 con gli elmi celtici in testa e l’ampolla del Po in mano». Per Pavan invece «è chi critica a non saper distinguere tra calcio e politica».
Non è la prima volta che Pavan viene criticato per un post sui social. Quando il Comune aveva bandito un concorso, poi annullato, mettendo in palio 1.800 euro per i migliori balconi di Natale, Pavan in un post subito dopo cancellato aveva invitato a votare per sua moglie ritenendo evidentemente più bello l’addobbo di casa sua.
