Vladimir Putin contro tutti. L’Ucraina, il mondo, e persino i suoi stessi soldati. L’accusa delle madri dei soldati russi lo grida disperatamente: «I nostri figli usati come carne da cannone. Non conoscevano la loro missione. Li avete ingannati tutti e mandati a morire». Intanto, il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, diffuso su Facebook, certifica che ammonterebbero a oltre 12mila le perdite fra le fila russe dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Perdite che Mosca non è disposta a rendere pubbliche e su cui Zelensky ha accusato Putin di aver disposto un ordine preciso: bruciare i corpi dei caduti. Tanto che, secondo una rivelazione dell’intelligence britannica – rilanciata da Telegraph e The Guardian – forni crematori mobili seguirebbero l’esercito russo in Ucraina…
Un sospetto agghiacciante che anche una donna russa avrebbe avanzato: «Ci hanno detto che non avremo il corpo del nostro caro indietro finché tutto non sarà finito», ha confidato la cittadina, denunciando pubblicamente lo sfregio in corso. Mosca, infatti, ha fin qui parlato di “operazione speciale”, disconoscendo al conflitto il titolo di guerra in corso. Non solo. Sul mancato recupero dei corpi dei militari caduti si è espressa anche la Croce Rossa Internazionale. Che nella sua denuncia ha ipotizzato un sistema che, secondo le autorità ucraine, la Russia avrebbe adottato per non dover contare le perdite nel bollettino ufficiale e mostrare così alla popolazione che ciò che sta realmente accadendo a Kiev è una guerra in tutto e per tutto.
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Un conflitto vero e proprio, costato finora a Putin, oltre ai militari, 335 carri armati. 1105 mezzi corazzati. 123 sistemi d’artiglieria. 56 lanciarazzi multipli. 29 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 49 aerei. 81 elicotteri. 526 autoveicoli corazzati. 3 unità navali. 60 cisterne di carburante e 7 droni. Oltre che il furore insopprimibile della madri dei militari morti in Ucraina che, nei giorni scorsi, hanno denunciato la sorte toccata ai loro figli mandati al fronte dal Cremlino per farli diventare «carne da cannone». Una denuncia risuonata forte specialmente due giorni nel Kemerovo, in Siberia, dove un gruppo di cittadine di Novokuznetsk ha contestato le morti “nascoste” di questa guerra “negata” e rinnegata, al governatore della regione nella Russia centro-meridionale, Sergei Tsivilyov.
Un botta e risposta rilanciato nei giorni scorsi dal sito di Today, che ha dato notizia di «un video pubblicato da Radio Free Europe/Radio Liberty», «andato in scena in una base di addestramento delle unità antisommossa Omon. Un’unità di questo corpo speciale, che dipende dal ministero dell’Interno della Federazione Russa, è stata infatti inviata in Ucraina. E alcuni soldati sarebbero morti in combattimento». Una denuncia che ha preso corpo nelle parole di quelle madri disperate la cui voce ha urlato disperazione e rabbia. «Hanno mentito a tutti, hanno ingannato tutti…perché li avete mandati lì?», ha tuonato una loro di loro intervenendo contro il governo russo. Mentre un altra donna, dandole supporto, ha rimarcato: «Non conoscevano la loro missione. Sono stati mandati a morire». Ignari i soldati, ignare oggi le loro madri. Ancora completante all’oscuro su quello che sta accadendo ai loro figli, di cui non hanno più notizie dai primi di febbraio…
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