E mentre il colosso russo Gazprom ha reso noto che il «transito di gas attraverso l'Ucraina procede normalmente» con un flusso «pari a 109,5 milioni di metri cubi al giorno», anche la Germania dopo lo stop al North Stream 2 guarda altrove: ha avviato una collaborazione con Nederlandse Gasunie e Rwe per costruire un terminale di gas naturale liquefatto nella città portuale settentrionale di Brunsbuettel
L'Italia accelera la ricerca di fonti energetiche alternative al gas russo. «Senza perdere un attimo di tempo, stiamo intervenendo per rafforzare con altri Paesi la nostra cooperazione energetica. Lavoriamo per aumentare le nostre forniture di gas nel breve, medio e lungo periodo, per evitare ogni genere di ricatto», ha spiegato il ministro degli esteri Luigi Di Maio che, dopo l'Algeria, è volato in Qatar insieme all'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, per una visita di due giorni anticipata da una telefonata del premier Mario Draghi all'emiro Tamin Bin Hamad Al Thani. Lo scambio di vedute, fa sapere Palazzo Chigi, si è concentrato «sull'eccellente partenariato bilaterale, sulla collaborazione energetica e sulla valutazione della crisi in Ucraina».
I due dossier che vanno di pari passi con l'isolamento crescente della Russia di Vladimir Putin e la necessità di diversificare gli approvvigionamenti di combustibile fossile, ancora necessario a far funzionare la macchina Italia nonostante la transizione verde promessa nel Pnrr con limiti alle emissioni di Co2.
«Dobbiamo agire in fretta per arginare i potenziali effetti economici di questa guerra portata avanti dal governo russo e tutelare famiglie e imprese italiane», ha aggiunto Di Maio accolto dall'ambasciatore italiano a Doha Alessandro Prunas. In questo quadro il Qatar si rivela cruciale: terzo produttore di gas naturale al mondo (oltre 177 miliardi di metri cubi all'anno), per l'Italia è al momento il terzo esportatore di gas naturale - dopo appunto la Russia e l'Algeria - e il primo di gas naturale liquefatto, per una fornitura di 6,9 miliardi di metri cubi l'anno pari a quasi il 10% del totale delle importazioni, contro il 40% del gas russo. Algeri intanto ha già promesso a Roma di aumentare di circa 2 miliardi di metri cubi le sue forniture per arrivare a 30 già «nei prossimi mesi». Lunedì 7 marzo Draghi andrà a Bruxelles dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, insieme al ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, per discutere del conflitto e della gestione dei rifugiati, ma anche con l'obiettivo di una politica di breve e medio periodo per differenziare le fonti di approvvigionamento, pur mantenendo gli impegni assunti in materia di transizione ecologica a livello internazionale. La linea del governo, a quanto si apprende, è quella esposta proprio da Cingolani in un'intervista, secondo cui servirà riaumentare le estrazioni dai giacimenti di gas italiani e vendere le rinnovabili «a prezzi equi». Il ministro ha spiegato che «non ha senso agganciare il costo delle rinnovabili al gas», che è la materia prima «oggi più cara» e che «un tetto ai prezzi potrebbe aiutare».
Non solo. Per «liberarsi della dipendenza dal gas, petrolio e carbone della Russia», l'Ue deve non solo diversificare ma «diventare più efficiente e investire massicciamente nelle rinnovabili», ha avvertito von der Leyen dalla Spagna che, grazie alla «quota impressionante di rinnovabili» nel suo mix energetico nazionale, «svolgerà un ruolo importante nel rifornire l'Europa». Per questo una delle priorità sarà anche «lavorare sulle interconnessioni tra la Penisola Iberica e il resto dell'Ue». La presidente intravede anche un aiuto contro il caro bollette per famiglie e imprese, che sarà «un tema al vertice informale di Versailles» del 10 e 11 marzo.
E mentre il colosso russo Gazprom ha reso noto che il «transito di gas attraverso l'Ucraina procede normalmente» con un flusso «pari a 109,5 milioni di metri cubi al giorno», anche la Germania dopo lo stop al North Stream 2 guarda altrove: ha avviato una collaborazione con Nederlandse Gasunie e Rwe per costruire un terminale di gas naturale liquefatto nella città portuale settentrionale di Brunsbuettel.