La Procura contesta l’omicidio preterintenzionale alla donna imputata per il decesso del pensionato colpito senza un motivo
PISA. Chiesto il processo per la donna accusata di omicidio preterintenzionale dopo aver colpito un pensionato in strada poi deceduto al termine di un’agonia durata 17 giorni.
Il sostituto procuratore Aldo Mantovani ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio (udienza ad aprile) per Simona Dumitru, romena, 33 anni, precedenti per rapina e una vita borderline.
Ancora oggi, a distanza di quasi cinque mesi dall’episodio e dall’arresto, non ha saputo spiegare le ragioni di un’aggressione gratuita conclusa in una tragedia senza un perché.
La donna è ancora in carcere. L’inizio del dramma risale alla mattina di una domenica di ottobre. Era il 17 quando davanti alla filiale del Credito della Valdinievole in via Averani, angolo via di Pratale, Alberto Barsanti, 79 anni, di Ghezzano, ex impiegato della Provincia, venne colpito con un pugno da una passante che in bici scappò dopo aver steso l’anziano inconsapevole di essere diventato un bersaglio mentre passeggiava per andare all’edicola.
La donna, assistita dall’avvocato Roberto De Robertis, non ha mai spiegato neanche al suo difensore la ragione di quel cazzotto dall’esito fatale.
Dopo aver salutato la moglie, il 78enne era uscito dalla sua abitazione per andare a piedi verso la pasticceria Jolly. Avrebbe proseguito il suo percorso all’edicola nel quartiere Don Bosco per l’acquisto del giornale. Propositi di una routine quotidiana interrotta da una donna che è entrata nella vita del pensionato e in un secondo l’ha cancellata.
Il magistrato all’esito dell’autopsia ha definito il reato in contestazione in omicidio preterintenzionale.
Non è escluso che la difesa chieda un giudizio con rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica al momento di valutare la scelta del rito davanti al gup. Un abbreviato subordinato a una consulenza medica per chiarire la capacità di stare in giudizio e di intendere e volere dell’imputata.
Un pugno per un tentativo di rapina o per follia. Una mina vagante che poteva colpire chiunque e provocare lacrime e dolore. Qualunque sia il movente, l’epilogo resta straziante e con una sentenza che resterà sulla carta a livello di risarcimento danni. Uno scarto del destino maledetto ha voluto che Barsanti cadesse con la testa su uno dei paletti di ferro che si trovano davanti alla filiale del Credito della Valdinievole in via Averani. Un primato di sfortuna per l’ex impiegato della Provincia che fu ricoverato con gravissime lesioni alla testa. Un impatto devastante che gli procurò fratture alla mandibola e alle ossa nasali, lesioni alla base cranica e perdita di sangue da un orecchio. La speranza di medici e familiari è andata avanti per 17 giorni. Il 3 novembre il decesso e l’aggressione a caso durante una passeggiata è diventata un omicidio di cui ancora si ignora l’effetto scatenante.
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