Al volante di un furgone dell’Asiu investì sulle strisce un’anziana, morta dopo oltre un anno
PIOMBINO. Col furgone della nettezza urbana ha investito una donna sulle strisce pedonali, che purtroppo è morta dopo oltre un anno di agonia senza mai essersi svegliata. È stata una pena mite quella inflitta dalla giudice Tiziana Pasquali all’operatrice ecologica piombinese Roberta Pistolesi, un anno e quattro mesi di reclusione dopo il patteggiamento. Nei confronti della donna, incensurata e il 6 aprile del 2018 al volante del mezzo Asiu, sono state riconosciute le attenuanti generiche e la piena collaborazione fornita fin dall’inizio alla polizia municipale di Piombino. Ma soprattutto due concause che avrebbero contribuito alla tragedia: le auto parcheggiate in divieto di sosta proprio in prossimità dell’attraversamento pedonale e il fatto che l’ottantenne (poi deceduta) abbia sbattuto violentemente proprio contro una di queste dopo lo scontro col mezzo dei rifiuti.
L’INCIDENTE
Era il 6 aprile del 2018 quando la vittima – l’ottantenne Anna Grazia Cini – stava attraversando la strada vicino all’incrocio fra via Giovanni Lerario e via Benedetto Croce, non lontano dalla caserma della guardia di finanza. Alcune auto, purtroppo, ostruiscono la visuale impedendo a lei di vedere bene se qualcuno stia arrivando e alla dipendente dell’allora municipalizzata di potersi rendere conto del pericolo imminente. Così mentre l’anziana inizia a camminare sulle strisce avviene l’impatto fra lo spigolo destro del mezzo di Asiu – oggi Sei Toscana, l’azienda per la quale ancora lavora l’operatrice ecologica condannata venerdì scorso – e la vittima. Che inizialmente viene ricoverata e poi, dopo oltre un anno di agonia, muore senza che mai si sia risvegliata in tutto questo lasso di tempo.
IL PROCESSO
Inizialmente la procura – con la pubblico ministero Ezia Mancusi – apre un fascicolo per il reato di lesioni colpose stradali. Pistolesi era in perfette condizioni fisiche per guidare e la presenza di ostacoli – le macchine erano in divieto di sosta – avrebbe contribuito in modo determinante alla tragedia, tanto che all’inizio venne indagata anche la proprietaria di una delle macchine posteggiate, la cui posizione è stata poi stralciata. Dopo la morte dell’ottantenne, naturalmente, il reato è passato da lesioni colpose stradali a omicidio stradale e il consulente tecnico d’ufficio, analizzata anche la relazione dell’autopsia, ha confermato il nesso causale fra l’incidente e la morte avvenuta oltre un anno più tardi. Così la procura e l’avvocato difensore, Alessio Caneschi, hanno concordato un anno e quattro mesi di reclusioni. Mentre i familiari della vittima hanno ottenuto un accordo con l’assicurazione. Venerdì scorso, davanti alla giudice Pasquali, c’erano il pm Pietro Peruzzi e la vicenda, dopo quasi quattro anni, si è quindi chiusa col patteggiamento e la pena è stata sospesa.
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