POLCENIGO. L’architetto, storico dell’architettura e urbanistica, ambientalista Moreno Baccichet le chiama «passeggiate domenicali». In realtà sono esplorazioni del territorio, o meglio, di territori, dalle quali emergono importanti verifiche sui manufatti segnati nelle vecchie mappe catastali e, a volte, vere scoperte storiche, toponomastiche, archeologiche.
Bisognerebbe scrivere un libro, per poter raccontare tutte le attività intraprese da Moreno Baccichet e i gruppi di lavoro che coordina e sinora ha raccolta una documentazione enorme. Comprende una storia del paesaggio che spazia dalla salvaguardia della foresta del Cansiglio alla costituzione delle Ville Tramontine, al racconto delle tante strutture militari dismesse dopo la fine della guerra fredda, alle scoperte fatte dalla soprintendenza regionale sul sito archeologico neolitico del Palù di Livenza – è suo il progetto del Centro visite – sino alle attuali torri medievali costruite vicino al Livenza.
Moreno Baccichet ha voluto raccontare di queste ultime, dopo una recente escursione assieme agli aderenti al “Laboratorio di Paesaggi-Nomade” e al Gra.Po, il Gruppo archeologico Polcenigo. «Con i volonterosi – racconta Moreno Baccichet – ho cercato tre strutture medievali nella zona di Caneva e Polcenigo. A dire il vero avevo individuato la prima torre medievale già nel 2003, ma volevo rivederla con gli amici del Gruppo archeologico di Polcenigo per programmare con loro uno scavo. Si tratta di una base di torre medievale costruita probabilmente nella metà del Trecento e mai completata».
Secondo Baccichet, «la costruzione fu interdetta o si decise di interromperla per mancate esigenze militari. Si trova a valle del Col Longone, poco al di sotto di Villa Corner».
Dimora settecentesca quest’ultima, cui si accede da un lungo viale di cipressi. «Ci siamo poi calati verso il Livenza – continua Baccichet – per cercare lungo il fiume una località detta La Torre. Abbiamo notato una discontinuità nel rilievo. La ricerca ci ha portato in un ambiente davvero speciale, segnato da un paleoalveo abbandonato con una sorta di vecchio isolotto che su un bordo aveva una motta, una collinette di terra sulla quale costruivano torri difensive di legno».
«Il catasto napoleonico del 1807 – continua Baccichet – segnala il toponimo La Torre, dove abbiamo trovato il tumolo ancora conservato. Sopra possiamo immaginare la costruzione di una piccola torre in legno che difendeva uno dei pochi guadi ghiaiosi della Livenza, dove poteva transitare la truppa a cavallo. Adesso bisogna studiare entrambi gli edifici per capire quando furono costruiti».
«È mancato un riscontro, invece – conclude Moreno Baccichet –, per il sito a est di Coltura, lungo il torrente Rual, indicato nel Catasto napoleonico come Castelet. Ma abbiamo individuato – solo ampi terrazzamenti tardomedievali».