AGORDINO. Eroina thailandese in Agordino. Bianca, simile alla cocaina e del costo di 40-50 euro al grammo. L’arresto degli operai di Luxottica Claudio Zasso e Luana Di Giandomenico del gennaio di due anni fa ha fatto emergere una vasta rete di spaccio nella vallata, con ramificazioni anche in Valbelluna. La posizione della Di Giandomenico è stata stralciata dal giudice per le indagini preliminari Elisabetta Scolozzi perché dovrebbe patteggiare la pena, dal momento che ha confessato.
Ma il sostituto procuratore Marta Tollardo, durante l’udienza preliminare celebrata venerdì in tribunale, ha chiesto il rinvio a giudizio di altre undici persone: Denis Belmonte, Serena Cravagna, Fabio Soccol Barberio, Luca Dai Prà, lo stesso Claudio Zasso, Emanuele Rodà, Arturo De Bona, Luca Savio, il cittadino marocchino Abdelkhalek Barnak, Francesco Tonin e Matteo Lise. Tonin, che è difeso dagli avvocati Mauro Gasperin e Monica Azzalini, ha già chiesto la messa alla prova per favoreggiamento e farà lavori di pubblica utilità (lo stesso reato è contestato a Lise, perché a sua volta non avrebbe risposto alle domande degli agenti). Ci sarebbero tre irreperibili, per i quali sono state disposte nuove ricerche fino al prossimo anno e gli altri sembrano orientati a chiedere l’abbreviato.
I difensori Giorgio Gasperin, Serrangeli, Giaffredo, Xaiz, Garlet, Mazzoccoli, Tandura e Dalle Mule dovranno formalizzare la richiesta nell’udienza del 4 marzo. Molto fa pensare che i processi si svolgeranno sugli atti già raccolti dal pm e l’eventuale condanna avrà lo sconto del rito abbreviato.
Zasso e Di Giandomenico erano stati fermati dalla polizia a Peron per un controllo e avevano in auto 150 grammi di eroina. Nella perquisizione dell’11 gennaio, nella casa di Rivamonte, all’uomo sono stati trovati un ovulo di hashish del peso di 10 grammi e mezzo e altri pezzetti di fumo in una bustina di plastica che non potevano essere destinati a un uso solo personale. Quasi tutti i giorni, tra il 2017 e il 2018, Zasso avrebbe rifornito Di Giandomenico di dosi di eroina al prezzo di 50 euro per 0,70 grammi e, a volte, anche cinque grammi per 250 euro. C’era anche un altro cliente ed entrambi compravano ad Agordo.
Di Giandomenico spacciava a sua volta eroina o hashish e questo l’ha confermato di persona. Le cessioni avvenivano nella sua abitazione oppure nel centro di Agordo e i compratori sono stati essenzialmente cinque, tra il 2017 e l’inizio del 2020, quando l’attività è stata stroncata e sia lei che Zasso sono stati licenziati. I difensori Cason e Xaiz hanno impugnato il licenziamento, dopo aver ottenuto gli arresti domiciliari, ma non ci sono degli sviluppi positivi e difficilmente ce ne potranno essere.
Gli altri imputati hanno posizioni meno pesanti, se è vero che uno ha già chiesto i lavori di pubblica utilità e dovrà fare un certo numero di ore di volontariato che, se svolte nella maniera migliore, gli permetteranno di ottenere una sentenza di non doversi procedere e non rimarrà traccia del reato nel casellario giudiziario. Qualcuno ha fatto perdere le proprie tracce, ad esempio Arturo De Bona. Ad ogni modo il gip ha disposto nuove ricerche.
Era in tribunale venerdì, invece, Barnak, detto “El Diablo”, che avrebbe spacciato cocaina, in alcune zone di Belluno, previo contatto telefonico con l’interessato.
