REGGIO EMILIA. «A dodici giornate dalla fine del campionato mi interessa solo vincere, di tutto il resto me ne frego». Taglia corto il direttore sportivo della Reggiana Doriano Tosi nel commentare la vittoria a Olbia.
«Non dobbiamo più dimostrare niente a nessuno - prosegue - la nostra identità è ormai consolidata, siamo una squadra che gioca un calcio offensivo, spettacolare per la categoria e ti fa godere. Non sappiamo fare altro che cercare di vincere attraverso il gioco, però ci sono anche partite come quella di Olbia che rientrano in un contesto molto speciale e chi non era presente al Bruno Nespoli non può capire».
In effetti in molti hanno parlato di un ambiente ostile. «Bisogna entrare in questa logica ambientale per capire che quella di Olbia è stata una vittoria importantissima anche per la responsabilità che tutti noi sentivamo nei confronti dei tifosi. In più avevamo di fronte l’Olbia che sembrava voler fare la partita della vita. Non so se in altre partite hanno messo la stessa ferocia agonistica messa in campo contro di noi. Li capisco, perché ognuno ha degli obiettivi ma sotto questo profilo è stata una partita durissima».
Per non parlare dell’ambiente che si era creato in tribuna. «È difficile da spiegare un clima così ostile: ci hanno veramente preso a brutte parole». Ma tutto questo è poi svanito all’aeroporto di Olbia quando dirigenti e giocatori sono stati accolti con un’ovazione dai tifosi. «Sono istanti che cancellano il pesante fardello che avevi sulle spalle e ti senti orgoglioso di quello che hai fatto. La vittoria è stata fondamentale anche per questo: per dare una soddisfazione ai trecento tifosi che ci hanno seguito a Olbia. Averli visti felici fuori dallo stadio e poi in aeroporto ci ha dato una grande soddisfazione, cancellando tutto ciò che avevamo dovuto superare, compreso un terreno di gioco e un impianto che non possono essere idonei per una squadra professionistica. A un certo punto avevo anche pensato “ma se oggi non vinciamo non abbiamo scusanti” e per questo il mio unico pensiero era di portare a casa la vittoria, non importava come. È stata una gioia doppia: per i nostri tifosi prima e per la classifica».
Il ds Tosi pensa in positivo e offre una chiave di lettura della partita semplice ma realistica. «Una vittoria fondamentale, importante, conquistata con tanta difficoltà».
Poi c’è anche un risvolto psicologico riferito al Modena che per due volte ha tentato la fuga ma per l’ennesima volta è stato riacciuffato.
«Se devo dire la verità mi interessa poco che da oltre Secchia utilizzino l’ironia del rigore a nostro favore perché la ritengo un’arma a doppio taglio. Ci interessa far capire ai nostri rivali che noi non molliamo. Noi non moriamo mai, anche nelle difficoltà. Allo stesso tempo devo dire che i ragazzi sono stati molto professionali e corretti: non ci siamo lasciati andare a festeggiamenti particolari, se non con i nostri tifosi».
Una rincorsa tra Reggiana e Modena che continuerà anche domenica perché i granata giocheranno sapendo già il risultato dei canarini.
«È un aspetto che può logorare e noi dobbiamo essere bravi a non cadere in questo trabocchetto. Potrà succedere anche il contrario: è un’ipotesi che mi auguro si avveri. Per ora dobbiamo pensare al Grosseto e alle difficoltà legate al fatto che non avremo tempo per allenarci e anche per preparare bene questa partita. Capisco che è difficile da comprendere per chi vive all’esterno della squadra ma questa è la realtà anche della prossima settimana quando giocheremo mercoledì sera a Gubbio e domenica ad Ancona. È per questo che l’allenatore deve fare certe scelte e tenere conto delle forze a disposizione».
Il ds granata chiarisce anche l’indisponibilità all’ultimo momento di Igor Radrezza: «Aveva la febbre in seguito alla somministrazione della dose di vaccino. Abbiamo provato il suo recupero ma alla fine si è preferito lasciarlo a riposo. Lo stesso concetto è stato utilizzato per Cigarini che era affaticato e la strategia era di utilizzarlo per l’ultima mezzora. Sappiamo anche che i giocatori che arrivano a gennaio hanno bisogno di almeno un mese di partite per entrare nei nostri meccanismi di gioco».
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