Bene Comune: «Non c’era l’autorizzazione alla camera ardente in oratorio». Il sindaco: «Miserevoli: ne ho io l’autorità»
BAGNOLO. Se le scintille tra maggioranze e una delle opposizioni a Bagnolo non sono una novità – complice il clamoroso ribaltone delle ultime elezioni, che ha portato a un’inversione dei ruoli – sta diventando un caso molto scottante, almeno dal punto di vista dialettico, quello sollevato dal gruppo Bagnolo Bene Comune (guidato dall’ex vice sindaca Mara Bertoldi) su Guido Mora, morto la scorsa estate. Tanto da spingere il sindaco, Gianluca Paoli, a chiamarli «miserevoli» per l’iniziativa e a dire: «Se è da un pezzo che non li sopravvalutavo, di sicuro da oggi spariranno anche dalla mia considerazione, umana e politica».
I fatti risalgono alla fine di luglio. Guido Mora, pilastro del Circolo San Giovanni Bosco, punto di rifermento per generazioni di giovani, muore a 95 anni. Il sindaco Paoli, oltre a proclamare lutto cittadino, acconsente all’allestimento della camera ardente all’oratorio dove in tanti gli portano il loro ultimo saluto.
Tutto bene. Fino a questi giorni, all’ultima pubblicazione nel giornalino del gruppo di minoranza che tra gli articoli d’opposizione, ne dedica uno al caso. Definendo «discutibile» «il trasferimento e l’esposizione a bara aperta, nonostante la perdurante emergenza pandemia e nonostante le restrizioni imposte dalla normativa regionale e dal regolamento di polizia mortuaria». Sostenendo che «né l’Ausl né gli stessi uffici comunali competenti hanno rilasciato un’autorizzazione alla deroga che il sindaco ha concesso esclusivamente di propria iniziativa».
Sette mesi dopo la sua morte, il caso della camera ardente di Guido Moro diventa il fulcro di un’accesissima polemica. La replica di Paoli è secca, dalla sua pagina Facebook: «La convinzione che in politica esista un limite di decenza oltre il quale nessuno possa spingersi per ottenere un proprio tornaconto elettorale mi ha lasciato una residua capacità di indignazione, che il giornalino di Bagnolo Bene Comune è riuscito a disintegrare con un solo articolo». E poi, sul punto, evidenzia «le prerogative legate al mio ruolo di autorità sanitaria locale», che si è trattato di una decisione «concertata con l’Ausl» e con «il plauso del medico necroscopo». La controreplica di Bagnolo Bene Comune, anch’essa via social, arriva in fretta. E accusa il sindaco di buttarla «in rissa». «Sappiamo per certo da specifico accesso agli atti amministrativi, nonché da fonti e testimonianze dirette che la cosa è avvenuta in assenza di autorizzazione da parte dell’ufficio comunale di polizia mortuaria di Bagnolo e dell’ufficio di igiene pubblica dell’Azienda Usl di Reggio Emilia. Di più: sappiamo per certo che l’autorizzazione è stata richiesta dal sindaco, ma motivatamente non sottoscritta dai destinatari della richiesta. Proprio per questo il sindaco ha poi proceduto unilateralmente, invocando le “prerogative di autorità sanitaria locale”».
La piazza dei social è diventata così teatro di una discussione che inevitabilmente ha innescato reazioni, dai sostenitori di una parte e dell’altra. Anche se la sensazione è che in tanti non abbiano apprezzato l’aver tirato in ballo la morte di una figura tanto cara al paese. Compresa una famigliare del compianto Mora: «Devo solo ringraziare Gianluca Paoli per la vicinanza di quel triste momento. Non avremmo potuto fare di meglio. Quella è sempre stata la sua casa».
Il sindaco, interpellato, aggiunge: «Non faccio mai niente che non sia legittimo o lecito, si può discutere se opportuno o inopportuno, ma se mi vogliono definire disonesto è bene che sappiano che non lo sono di natura. Quando è morto Mora ho trascorso una mattina al telefono per cercare di capire cosa era giusto fare. Abitava in un appartamento piccolo e tante persone volevano rendergli omaggio. Ho firmato io l’autorizzazione, l’Ausl ha detto: lei sindaco è la massima autorità sanitaria locale, se ravvisa il rispetto delle norme igieniche di sicurezza della salute pubblica lo può fare. Me ne sono assunto la responsabilità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA