LIVORNO. “Non mi muovo dal mio posto”. Una frase vessatoria, non costruttiva, scritta a penna, fatta ripetere 25 volte su un foglio intero di quadernone. A cui si aggiungerebbe, stando alle denunce fatte, uno scappellotto sulle teste dei due alunni obbligati a scrivere quel mantra militaresco, per non farli distrarre. Mentre un terzo alunno sarebbe stato spinto “con violenza” mentre era in fila per andare in bagno.
A denunciare questi episodi da parte di una docente su alcuni bambini di una scuola elementare (di cui non pubblichiamo il nome per tutelare la serenità dei bimbi e garantire loro il totale anonimato) che fa parte di un circolo del centro, ci sono gli esposti di due mamme alle forze dell’ordine. Due denunce chiare, puntuali e articolate su cui gli inquirenti faranno chiarezza. Perché questa è la volontà delle famiglie coinvolte: capire quello che i bambini, sconvolti, hanno raccontato ai loro genitori. Individuare le responsabilità. Ed evitare che situazioni del genere possano capitare di nuovo ad altri scolari. I genitori sono scossi. Non si sono fermati alla denuncia alle forze dell’ordine, hanno anche informato la dirigente scolastica dell’accaduto e l’Ufficio scolastico provinciale.
Nelle due denunce si ripercorrono i fatti. Si parla di episodi avvenuti nei giorni scorsi ai danni di tre bambini: la supplente avrebbe “allontanato violentemente con una spinta un alunno mentre era in fila per andare in bagno”, gli altri due sono stati obbligati a riempire un’intera pagina di quadernone con la frase “Non mi muovo dal mio posto” e la maestra avrebbe spinto anche la testa dei bimbi sul loro foglio. Per non farli distrarre. Una spinta si legge da una parte, uno scappellotto dall’altra: comunque sia, un gesto violento.
Nelle denunce si parla anche dello stato d’animo dei bambini, della paura di tornare a scuola. Uno scossone a livello psicologico. Si legge che le famiglie avrebbero voluto un sostegno maggiore da parte della preside. Il giorno successivo agli episodi segnalati la supplente era ancora in classe (oggi non lo è più perché sono rientrate le insegnanti di ruolo). Quando i genitori hanno visto che la maestra era ancora al suo posto, il giorno dopo l’episodio, all’uscita di scuola hanno avuto un duro faccia a faccia con lei (davanti ai bambini) in cui – secondo quanto denunciato ai carabinieri – la docente ha affermato che i bimbi erano bugiardi. Fatto riportato anche da uno dei piccoli: “La maestra ha detto che se uno dice qualcosa che non è vero commette un reato”, come si legge ancora nelle denunce. Il Tirreno ha contattato la dirigente per avere la sua versione: la preside ha chiesto di essere richiamata ma, contattata ripetutamente, non ha più risposto.