È un «saldo spaventosamente elevato» quello che le famiglie e le imprese italiane dovranno pagare per il caro energia. I cittadini, infatti, dovranno tirare fuori dalle loro tasche 33,8 miliardi di euro, più del triplo degli 11 miliardi messi sul piatto dal governo. E si parla solo del primo semestre 2022. A fare i conti […]
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È un «saldo spaventosamente elevato» quello che le famiglie e le imprese italiane dovranno pagare per il caro energia. I cittadini, infatti, dovranno tirare fuori dalle loro tasche 33,8 miliardi di euro, più del triplo degli 11 miliardi messi sul piatto dal governo. E si parla solo del primo semestre 2022. A fare i conti di quanto sarà dura la stangata è stato l’Ufficio studi della Cgia, che ha stimato come solo in questa prima metà dell’anno l’aumento del costo delle bollette di luce e gas sarà di 44,8 miliardi di euro, di cui 15,4 in capo alle famiglie e 29,4 alle imprese.
Se dall’importo complessivo storniamo le misure di mitigazione messe in campo con la legge di Bilancio 2022 (3,8 miliardi), quelle introdotte nel decreto per il contrasto ai rincari energetici del 21 gennaio scorso (1,7 miliardi) e i 5,5 miliardi approvati ieri (importo, quest’ultimo, al netto degli aiuti erogati a Regioni e enti locali), l’extra costo da pagare, è la conclusione della Cgia, rimane di 33,8 miliardi di euro: 8,9 sulle spalle delle famiglie e 24,9 su quelle delle aziende. Un conto salatissimo.
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«Sebbene in questo primo semestre dell’anno il governo Draghi abbia erogato ben 11 miliardi di euro per raffreddare i rincari energetici a famiglie e imprese, gli incrementi di prezzo delle bollette sono talmente importanti che il saldo da pagare rimane comunque spaventosamente elevato», ha chiarito l’associazione degli artigiani di Mestre, sottolineando che «il governo dovrebbe essere più incisivo, così come hanno fatto molti altri Paesi europei». Spagna e Francia, ad esempio, ha ricordato la Cgia, hanno imposto dei tetti agli aumenti delle bollette per un periodo temporaneo. Polonia, Portogallo, Grecia, ed Estonia, invece, hanno previsto anche sconti o azzeramenti totali delle tariffe di rete, rinviandone nel tempo gli aumenti o ponendoli a carico del bilancio dello Stato.
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