TRIESTE La raccolta firme per istituire il referendum sulla cabinovia è cominciata. Oggi, sabato 19 febbraio, in orario 10-16 ci saranno banchetti in piazza della Borsa, alla fontana della pineta di Barcola e al circolo Tabor che si trova in via del Ricreatorio 1 a Opicina.
Già ieri sono pervenute le prime sottoscrizioni nelle sedi delle realtà che sostengono il Comitato No ovovia. Tra queste realtà c’è pure Adesso Trieste (At), che ha appositamente aperto le porte della sua “casa” di piazza Puecher 9b. Qui i due coordinatori dell’assemblea tematica sull’ambiente afferente alla lista civica di opposizione, Giulia Gaiola e Federico Zadnich, hanno inoltre intervistato i componenti dello specifico comitato referendario, che per legge devono essere cinque: l’architetto ed ex dirigente pubblico William Starc, il presidente del circolo triestino di Legambiente Andrea Wehrenfennig, l’architetto Gabriella Robba, la residente lungo il tracciato dell’opera Elena Declich e il geologo del Wwf Bruno Grego.
Gli avversari della cabinovia la considerano calata dall’alto, inutile dal punto di vista del trasporto pubblico locale, economicamente insostenibile, ambientalmente impattante sul Bosco Bovedo e paesaggisticamente deturpante sia al Faro della Vittoria che in Porto vecchio. I residenti temono inoltre di subire un danno economico derivante dalla svalutazione delle loro case di proprietà.
Per l’amministrazione comunale si tratta invece di un’innovativa soluzione al problema dell’accesso alla città da nord, che coniugherà trasporto pubblico locale e turistico: la volontà politica della maggioranza di centrodestra è di realizzare il progetto, finanziato con 48 milioni di euro provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) tramite bando del ministero dei Trasporti sulla mobilità sostenibile. Ed è botta e risposta a distanza tra At e il sindaco Roberto Dipiazza, accusato di non aver inserito la cabinovia nel suo programma elettorale 2021.
«Peccato che il mio programma includesse l’attuazione del Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums), in cui c’è anche la cabinovia», taglia corto il sindaco. At controreplica: «Il Pums è un documento progettuale di alta tecnicità, che consiste in circa 100 elaborati testuali e grafici. In pratica, secondo Dipiazza, per capire ciò che votava l’elettore avrebbe dovuto possedere specifiche competenze tecniche e trovare il tempo di scartabellare centinaia di pagine».
Il progetto di cabinovia era stato annunciato per la prima volta nel 2020. Dovrebbe essere cantierato entro il 2026, trattandosi di fondi Pnrr. Intanto i promotori del referendum puntano a raccogliere entro oggi le prime 500 firme, necessarie al deposito del quesito referendario: per aderire occorre essere residenti nel Comune di Trieste e presentarsi al banchetto muniti di un documento di identità. Poi la Commissione dei Garanti valuterà l’ammissibilità dello stesso quesito, così formulato: «Volete voi che sia realizzato il progetto per la cabinovia Trieste - Porto vecchio - Carso?».
Solo con il parere positivo della Commissione, in seguito potrà quindi iniziare la raccolta delle 12 mila firme che, se raggiunte, obbligheranno il Comune a indire il referendum cittadino.
