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Superprestige, Lucinda chiude da regina

A Gavere la prova conclusiva della challenge vede l’ennesimo successo (sesto in sette gare) della Brand. Van der Haar fa il vuoto nella prova maschile, Iserbyt vince la classifica Nei cinque mesi che hanno abbracciato Gieten, 3 ottobre, e Gavere, 12 febbraio, si è vissuta la quarantesima edizione del Superprestige. In un anno segnato dalla […]

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A Gavere la prova conclusiva della challenge vede l’ennesimo successo (sesto in sette gare) della Brand. Van der Haar fa il vuoto nella prova maschile, Iserbyt vince la classifica

Nei cinque mesi che hanno abbracciato Gieten, 3 ottobre, e Gavere, 12 febbraio, si è vissuta la quarantesima edizione del Superprestige. In un anno segnato dalla Coppa del Mondo allargatissima, la challenge più nobile ha subito una paurosa svalutazione, anche per colpa delle sole sette prove in calendario dopo la cancellazione di Diegem (29 dicembre); solo un’altra tappa dei tre circuiti principali, infatti, è stata annullata: Anversa, CDM, ma date le 16 frazioni previste in Coppa la mancanza dello Scheldecross ha inciso in misura minore rispetto a quella di Diegem.

In pochi, inoltre, hanno posto tra gli obiettivi stagionali questo trofeo che è stato conquistato per ben tredici volte dalla leggenda Sven Nys (ora capo della Baloise, il team di Lucinda Brand, Toon Aerts e Lars Van der Haar), che ne faceva in molte annate il traguardo più ambito. In molti, al contrario, lo hanno ignorato preferendo saltare buona parte delle prove per concentrarsi su altri fronti, il che, considerato il calendario, non può essere biasimato. La stessa tappa di Gavere, posizionata da sempre nel bel mezzo della stagione crossistica (a novembre o dicembre che sia) si è ritrovata a dover traslocare nella data odierna, contro la volontà dell’organizzatore che ha immediatamente ammonito i vertici del cross: se la situazione si dovesse ripetere nel 2022-2023 (difficile, perché Middelkerke si riunirà al circo dopo la parentesi dei campionati belgi) non ci sarà nessun cross a Gavere. La speranza, ovviamente, è che con la riduzione del numero di tappe in CDM qualcosa cambi e il Superprestige torni ad occupare nel calendario quel ruolo centrale che gli spetta.

A quest’ultima tappa ci si arrivava con una situazione delineata sia al femminile che al maschile. Tra le donne Lucinda Brand poteva contare su ben 7 punti di vantaggio nei confronti di Denise Betsema e alla luce del percorso, molto duro altimetricamente e tecnicamente, con una lunga salita, diversi muri ripidi e anche un breve segmento da percorrere bici in spalla, non c’era spazio per vedere capovolgimenti di fronte. Tra gli uomini era Eli Iserbyt a comandare con soli 4 punti su Aerts. La rimonta da parte del portacolori Baloise era possibile, ma assai ardua. Il punteggio infatti, giova ricordarlo, si assegna dando 15 punti al primo, 14 al secondo, 13 al terzo e così via, sino ad arrivare al quindicesimo che prende 1 punto. In caso di parità conta il numero di vittorie (Eli era 3 e Toon a 1) e quindi ad Aerts servivano 5 posizioni da mettere fra sé e il rivale, il quale poteva contare anche sul supporto dei compagni Ryan Kamp, Toon Vandebosch, Laurens Sweeck e Michael Vanthourenhout. Insomma, impresa inverosimile a meno di crisi o sfortune eccessive.

Brand si regala un altro assolo
Tante assenze a costellare la prova femminile, seconda gara della giornata dopo quella juniores maschile dominata da David Haverdings (Yordi Corsus, secondo, e Aaron Dockx, terzo, hanno subito un passivo di, rispettivamente, 1’24” e 2’34”, a testimonianza della durezza del circuito). Solo Brand, Betsema e Worst i nomi di primissimo piano, dato che in molte stanno ignorando il post-Mondiale. Le quattro under, ad esempio, hanno concluso la stagione, così come Vos e quasi tutte le italiane. In partenza ottimo spunto di Annemarie e Backstedt, messa di fronte a un test su un tracciato perfetto per le sue caratteristiche e contro una scarna concorrenza. Rimangono imbottigliate le altre due protagoniste attese, vale a dire Brand e Betsema. Lucinda è coinvolta in un contatto a inizio gara che ha come diretta conseguenza la caduta della minuta Anna Kay, scontratasi proprio contro la campionessa europea dal fisico decisamente più imponente.

Worst nel primo giro guida il gruppo, mentre Lucinda e Denise risalgono posizioni con facilità estrema. Una scivolata mette fuori gioco Alicia Franck, possibile atleta da top ten in questo contesto. Nel tratto più impervio della salita, segmento fangoso in cui è imperativo metter la bici in spalla e correre, Lucinda prende la testa e sopravanza Worst di qualche metro. Qualche metro nel giro di pochi secondi diventa molti metri e in conclusione della prima tornata Brand può già contare su un non più esiguo bottino di 8 secondi. Alle spalle della campionessa europea un terzetto composto da Betsema, Worst e Backstedt. La gallese riesce a rimanere attaccata al treno delle due neerlandesi contando sulla sua potenza nei tratti a piedi e in quelli in salita, ma mano a mano che passano i minuti la sua freschezza viene meno e inizia a pesare la sua non abitudine a tenere questi ritmi per 50′.

La resistenza della coppia Denise-Annemarie dura all’incirca mezzo round, poi il vantaggio di Lucinda dilaga e a loro non rimane che la seconda piazza. Solo nel sesto e ultimo giro Worst allunga sfruttando la maggior dimestichezza con la lunga salita e ribadendo i segnali di rinascita che hanno accompagnato una buona metà della sua stagione. Il distacco finale dalla vincitrice Brand è di 35″ per lei e di 51″ per una Betsema davvero esausta al termine di un inverno oltremodo dispendioso in cui si è impegnata su tre fronti (ottenendo solo sconfitte, peraltro). Seguono l’ottima Backstedt, quarta a 1’31”, Van Alphen, quinta a 2’25” e Bakker, solo sesta a 3’27”; chiudono la top ten Clauzel, Schreiber, Gariboldi (altro piazzamento onorevolissimo per l’italiana) e Norbert Riberolle, parziale delusione di giornata.

La classifica generale finale del Superprestige è la seguente: prima, per il secondo anno consecutivo, Lucinda Brand con 101 punti, vincitrice di sei tappe su sette, un dominio; seconda Betsema a 92 punti, gli stessi di Worst, terza, che paga rispetto alla connazionale un minor numero di vittorie (zero contro una). Le altre a distanza abissale, con Van der Heijden quarta (62 punti) e Van Alphen quinta (53 punti).

Van der Haar, che bella stagione!
Startlist decisamente più favorevole al maschile, con la presenza di tutti i migliori big della disciplina, meno gli stradisti e coloro che hanno contratto il Covid come Jente Michels, Emiel Verstrynge e Thibau Nys (Pim Ronhaar è dunque il vincitore dell’X2O U23 che si concluderà domani a Bruxelles). Toon Aerts cerca subito di far uscire allo scoperto Eli Iserbyt con una partenza al fulmicotone, ma a differenza di quanto successo domenica scorsa a Lille il campione belga non fa il buco e anzi, viene sorpassato dal portacolori Pauwels (da marzo vestirà la casacca Alpecin) Toon Vandebosch, che si produce in un allungo volto a sfoltire il gruppo dei migliori.

Un problemino meccanico colpisce Aerts lungo la salita e allora Iserbyt aumenta il ritmo e si riporta sul compagno di squadra, seguito da Soete, dallo stesso Toon, ripresosi velocemente dal problema, e da Daan Soete. Anche Vanthourenhout, altro uomo fidato di Eli, rientra davanti staccando Sweeck e Adams. Nonostante siano passati solo pochi minuti è già chiaro che Iserbyt è in giornata e per Aerts ribaltare la classifica diventa impresa impossibile.

Il quintetto ha vita breve e dopo poche curve della seconda tornata entrano in partita Lars van der Haar e Jens Adams, il quale continua a correre per un team tutto suo nonostante le prestazioni favolose offerte negli ultimi mesi. L’inizio del terzo giro segna il rientro di un altro drappello di atleti, tra cui Sweeck, Kevin Kuhn e Ronhaar. Van der Haar, che considerando il livello degli avversari sta forse vivendo la stagione più prolifica della carriera, alza l’andatura venendo marcato stretto da Iserbyt, il quale ha sempre un occhio buttato sul rivale per la generale Aerts.

La caduta del leader della classifica nella pericolosa discesa tecnica spezza il serpentone di crossisti e davanti rimangono solo in tre: Aerts, Van der Haar e Vanthourenhout. Eli riprende rapidamente la bici e con un giro stratosferico prima rientra e stacca Michael e Toon e poi aggancia anche il battistrada LVDH, sorpassandolo immediatamente. Sulla lunga salita, però, le fatiche si fanno sentire e quando il campione europeo sferra l’attacco Iserbyt manca di reattività e vede allontanarsi l’avversario. Con una progressione sul finire del giro gli si riavvicina, ma Lars spinge a tutta anche in pianura ed Eli è costretto a vedere il campione europeo allontanarsi e marciare verso un altro successo convincente.

Vanthourenhout e Aerts raggiungono Iserbyt approfittando del suo momento di calma. Michael sembra averne di più e considerata la situazione favorevole il team gli consente di provarci, ma il risultato è un nulla di fatto. A tre tornate dal termine il terzetto ha 53″ di ritardo da Van der Haar e il podio è ancora da determinare. Aerts, che sembrava quello più in difficoltà, scatta e stacca entrambi, ma Iserbyt rientra prima dell’inizio dell’ottavo giro. Ancora una volta Toon tenta la fortuna sul segmento in salita e stavolta il margine nei confronti di Eli è cospicuo. Purtroppo per lui, l’alfiere della Baloise cala di giri e la sua azione si fa sempre più pesante tanto che Iserbyt gli torna a ruota al suono della campana e in poche curve lo stacca, lanciandosi verso la seconda piazza.

La penultima corsa stagionale di Lars van der Haar, il quale si opererà venerdì per sistemare il problema al ginocchio che lo affligge e limita da dicembre, è dunque un successo devastante: 1’08” il distacco rifilato a Eli, secondo, e 1’40” a Toon, terzo; ai piedi del podio Vanthourenhout (a 1’45”) e Daan Soete (a 2’16”), quasi mai inquadrato dalla regia se non nelle primissime fasi; sesto e settimo due svizzeri, Kuhn e Timon Ruegg, poi l’iridato di Fayetteville Joran Wyseure, decisamente adatto a questo tracciato esigente, Ryan Kamp nono e Vandebosch decimo. Tra le delusioni di giornata Ronhaar, sedicesimo. Il primo italiano è il classe 2003 Lorenzo Masciarelli (trasferitosi in Belgio da alcuni anni), ventunesimo e penultimo dei non doppiati.

La generale del Superprestige è la seguente: al primo posto, e per lui è un’assoluta novità, Eli Iserbyt con 97 punti, davanti a Toon Aerts, 92 punti; con la vittoria odierna, valsagli 15 punti, completa il podio Van der Haar (80 in totale), che sorpassa all’ultimo Quinten Hermans, quarto a 70; infine, ai margini della top five Laurens Sweeck, quinto con 54 punti e poche soddisfazioni.

Il ciclocross non termina certo qui: domani a Bruxelles ci sarà il gran finale dell’X2O Badkamers Trofee con l’ottava e ultima frazione, mentre il prossimo fine settimana le tradizionali prove sabbiose di Sint-Niklaas e Oostmalle chiuderanno la stagione passando il testimone all’Omloop het Nieuwsblad, in programma sabato 26 febbraio.

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