MANTOVA. Il Consorzio Terre dei Gonzaga in Destra Po ha approvato all’unanimità il bilancio di previsione 2022. A spiegarlo sono la presidente Ada Giorgi e il direttore Raffaele Monica. «Con un minimo aumento sul 2021, saranno affrontati tutti i problemi che coinvolgono la nostra rete, dalla manutenzione ordinaria, alla gestione di manufatti e impianti, a fronte di notevoli aumenti nel costo d’esercizio soprattutto per l’energia elettrica e gasolio - spiega Giorgi - Puntiamo sul telecontrollo dei dispositivi idraulici che sarà il futuro della bonifica, e la risagomatura dei canali a garanzia del regolare deflusso idrico. Il personale d’ufficio sarà impegnato a realizzare importanti opere con fondi pubblici già stanziati».
Secondo Monica «sugli interventi programmati con fondi pubblici sarà un anno impegnativo, come da tempo non si verificava; daremo corso all’installazione delle elettropompe alla nuova controchiavica a Moglia di Sermide, opera che completa quanto già eseguito, con lavori in contratto per 3,5 milioni; sempre a Moglia inizieremo la delocalizzazione dell’attiguo impianto idrovoro di Revere con la costruzione in parallelo di un moderno impianto di sollevamento e l’adeguamento dell’esistente scarico a fiume, dando corso in alcuni anni a un progetto dell’importo di 14 milioni. Lavoreremo anche all’adeguamento sismico delle storiche ciminiere e la ristrutturazione di alcuni ponti danneggiati dal sisma. L’Ufficio tecnico sta concludendo la progettazione per la messa in sicurezza della storica Botte Villoresi, (6 milioni) fondamentale nodo idraulico ma anche punto debole di tutto il destra Po: si conta di appaltare i lavori entro l’anno».
Sulla secca del Po e la manutenzione degli argini, Giorgi ha chiesto un incontro col segretario dell’Autorità di bacino per fare il punto della situazione «sulla base delle nostre proposte, condivise anche dalla Provincia e dagli altri consorzi mantovani rivieraschi, che in parte sono state valorizzate. L’obiettivo a breve è arrivare al sopralzo quanto meno degli argini della golena di San Benedetto per laminare le piene del Po, come nel 2000, cioè a beneficio di tutti; proprio in questi giorni il cda ha approvato un progetto da 6 milioni redatto dagli uffici consortili. Le modifiche climatiche, di cui la siccità di questi ultimi mesi è un evidente segnale, ci fanno riflettere sul pericolo reale che si verifichino eventi di piena straordinaria esattamente come le secche: dobbiamo evitare che ciò si trasformi in catastrofe».
