Federici: «Confermato il progetto Gavardo e Montichiari grazie anche ai sindaci». Ma da Acquanegra la minoranza si oppone: «Serve un ricorso alla Consulta»
ALTO MANTOVANO. L’Assemblea della Comunità del Garda ribadisce la bontà del progetto di nuova depurazione del lago basata sui nuovi depuratori a Gavardo e Montichiari e scarico delle acque tratte nel Chiese. Il presidente, il ministro Maria Stella Gelmini, nella sua relazione sgombra il campo da ogni incertezza e annuncia il progetto definitivo entro il prossimo ottobre con avvio dei cantieri entro il prossimo anno. Una scaletta a tappe accelerate, dopo i tanti ritardi, ma che si avvale anche dell’appoggio del Commissario nominato dal governo, Maria Rosaria Laganà.
L’assemblea di ieri pomeriggio è servita per ribadire che i Comuni gardesani approvano la linea tracciata dal governo. «Ho ringraziato sia come vice presidente della Comunità e come presidente dell’associazione colline moreniche del Garda oltre al presidente Gelmini i sindaci di Lonato, Castiglione, Solferino e Volta Mantovana Coordinati dall'onorevole Baroni» dice Francesco Federici, oggi consigliere a Volta Mantovana. Impegno perché l’ipotesi di un unico depuratore a Lonato avrebbe impattato in modo più forte sul Mantovano.
Non la pensano così sia i militanti del “Presidio 9 agosto”, che da mesi si batte per evitare soluzioni di scarico nel Chiese, sia i sindaci dell’asta del fiume, che ritengono l’affluente dell’Oglio inadatto a ricevere le acque depurate della sponda bresciana del Garda sia per le scarse portate, sia perché non appartiene al bacino idrografico del Garda stesso.
Fra i contrari, anche la minoranza consiliare di Acquanegra che ha presentato sul tema una mozione. «Nell’asta del fiume Chiese scaricano già diversi depuratori esistenti al servizio di oltre venti comuni siti lungo il suo percorso - spiegano gli esponenti di “I cittadini al centro” - e tali scarichi dovranno essere diluiti da acqua fluente. Ma la portata del fiume Chiese è soggetta a variazioni stagionali derivanti dal rilascio di acque dal lago d’Idro e dall’utilizzo per l’irrigazione».
Per l’opposizione vi sono rischi ambientali che vanno scongiurati. «Per questo chiediamo che il nostro consiglio solleciti la Regione Lombardia a a presentare ricorso alla Corte Costituzionale contro il provvedimento di nomina del Commissario straordinario per il depuratore del Garda al fine di salvaguardare le attribuzioni di competenza in tema di servizio idrico integrato che la Costituzione italiana riserva in capo alle Regioni».