La squadra è rimasta accartocciata tra il cercare di giocare palla a terra con Luci, Bellazzini, Frati e il cercare Ferretti con lanci lunghi, ma il risultato di entrambi i tentativi è stato abbastanza scadente
FUCECCHIO. Un po’ come quando ti tengono a digiuno tre giorni, e poi appena ti metti a tavola ti presentano un riso in bianco. Il pareggio di Fucecchio riempie un po’ la pancia (il punto smuove sempre la classifica) ma gli altri sensi non godono granché, a partire dalla vista. Perché, diciamocelo, il Livorno non ha giocato affatto bene.
UN TIRO IN PORTA
C’è un dato che va subito segnato con il pennarello rosso: in tutta la partita il Livorno ha tirato una sola volta nella porta del Fucecchio, nel primo tempo con Frati. Troppo poco, al di là di qualche alibi che c’è e di cui parleremo dopo. Ma è evidente che il Livorno non è riuscito a leggere la partita, non si è tuffato bene nel match e ha fatto fatica (anzi, proprio non c’è riuscito) a cambiare direzione alla partita. Perché se è vero che mai abbiamo avuto la sensazione che il Livorno potesse subire gol, è altrettanto vero che mai abbiamo avuto un sentore del tipo “dai che ora lo facciamo”. No, mai. La squadra è rimasta accartocciata tra il cercare di giocare palla a terra con Luci, Bellazzini, Frati e il cercare Ferretti con lanci lunghi, ma il risultato di entrambi i tentativi è stato abbastanza scadente.
IL CAMPO E LA SERIE D
Al di là del vento (che c’era per entrambe), va detto che il campo ha creato una marea di problemi. Perché sconnesso, pieno di buche, col rimbalzo del pallone che costringeva a letture e giocate spesso sbagliate. Ed è chiaro che una squadra come il Livorno, decisamente più tecnica rispetto al Fucecchio, ha pagato a prezzo maggiore questo problema. Così come quello del vento , che ha
Ma va anche detto che siamo in Eccellenza, non è che ogni domenica si può trovare il Maracanà, per cui bisogna in qualche modo adeguarsi.
Restiamo dell’idea che oggi il Livorno, per come è costruito, giocherebbe molto meglio in serie D che in Eccellenza. Ma oggi in Eccellenzia siamo e dunque a questa categoria bisogna adeguarsi.
LE SCELTE DI BUGLIO
Quando ti chiami Livorno e pareggi a Fucecchio, è chiaro poi che lo sport popolare diventa “doveva far giocare questo e quello” rivolto all’allenatore. Buglio ha fatto scelte per certi versi sorprendenti. Ha messo il giovane Marinai al fianco di Luci, usando dunque una quota per il reparto di centrocampo e non per il ruolo di terzino sinistro dove ha giocato Giuliani (che, appunto, non è una quota). Sorpresa anche in attacco, con uno strano “tridente” dietro a Ferretti composto da Frati, Bellazzini e dal giovanissimo Petronelli. Due i “sacrificati”: Vantaggiato davanti e Apolloni a centrocampo. E la sensazione è che sia mancato tantissimo proprio il dinamismo di Apolloni, la sua capacità non solo di buttarsi dentro, ma anche di andare a pressare per recuperare palla alto, facendo guadagnare campo al Livorno. Ecco, il Livorno non ha mai preso campo, non ha mai messo sotto pressione la difesa del Fucecchio, non ha trovato nè le imbucate centrali (anche perché Luci e Marinai hanno altre caratterisiche) nè gli spazi sulle fasce.