MODENA. Dopo mesi di pandemia, di dad e classi bolla, finalmente qualcosa sembra davvero cambiare a scuola: una sorta di luce in fondo al tunnel che in tante scuole della nostra città sembra iniziare a scorgersi attraverso la riattivazione di progetti davvero speciali.
È il caso per esempio della “Scuola in fattoria” che vede tutte le prime classi delle primarie dell’Ic7 di Modena, trasferirsi, a turno, una volta al mese, a fare scuola per un intera giornata presso il parco e gli ambienti di Villa Forni di Cognento. «Questo progetto – spiega Antonietta Bianca Ferrara, dirigente del comprensivo – nasce dopo la sperimentazione fatta durante la pandemia con i bambini con disabilità, unici a poter frequentare la scuola in presenza che settimanalmente si trasferivano in villa. Grazie al “piano estate” promosso dal ministero l’anno scorso avevamo messo a punto le attività e quest’anno finalmente sono entrate a far parte delle ore curriculari. Dopo aver stretto un patto di comunità con l’Azienda agricola sociale di Villa Forni e coinvolto un’educatrice della scuola Marcella Vaccari, peraltro responsabile delle attività didattiche della villa, abbiamo potuto estendere il progetto a tutte le prime del nostro comprensivo».
Villa Forni è diventata così un vero e proprio distaccamento dell’Ic7 e tutti i bambini che frequentano le prime classi delle Leopardi, Don Milani e Montecuccoli, una volta al mese passano un’intera giornata in fattoria.
«I bambini durante questo tempo scolastico che non è scandito dal suono della campanella ma dai rumori della campagna - continua la dirigente – sono impegnati per lo più in vere e proprie attività di “outdoor education” con l’opportunità di fare esperienze che permettono loro di acquisire prime competenze metacognitive ovvero attività dove il bambino è stimolato ad apprendere nozioni in modo pratico».
E se i bambini apprendono nozioni di scienze, matematica, italiano, storia, geografia attraverso attività pratiche come la coltura del grano, particolare attenzione è data anche all’apprendimento della cura e dell’accudimento degli animali, ma tutto con un occhio rivolto alla sostenibilità e all’inclusione sociale: tutti i bambini possono parteciparvi insieme, indipendentemente da eventuali fragilità. “Quello che noi possiamo con sicurezza affermare – concludono le insegnanti- è che stare in ascolto della natura e imparare immergendovisi, non solo sviluppa sensibilità e rispetto verso qualsiasi forma di vita ma produce nei bambini un benessere psicofisico indiscutibile, priorità assoluta dopo la pandemia».
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