Un controverso caso di presunto doping irrompe alle Olimpiadi invernali di Pechino. A renderlo particolarmente spinoso è l’età della protagonista, la 15enne Kamila Valieva. Una ragazzina russa, dunque erede di una trazione di splendide atlete bambine, ma anche di poderosi scandali doping. Valieva è a sua volta uno straordinario talento: è stata l’unica donna a eseguire un salto quadruplo ai Giochi, ha portato la sua squadra all’oro ed era la favorita per la gara individuale. Fino a che tracce di triametazidina, un agente metabolico prescritto per il trattamento di angina e vertigini, non sono state rilevate, secondo quanto riferito dai media russi, nelle sue analisi.
Fonti del laboratorio di Pechino che ha svolto le analisi hanno parlato di «quantità infinitesimali», ma il problema resta e lo scandalo è esploso. Il farmaco è vietato dalla Wada, l’Agenzia mondiale anti-doping, perché può aumentare l’efficienza del flusso sanguigno e aiutare la resistenza. Il campione risultato positivo era precedente a che Valieva vincesse il campionato europeo a gennaio, secondo quanto riferito dal quotidiano Rbc.
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Il caso è reso particolarmente intricato dal fatto che Valieva, alla sua prima prova tra i senior, è troppo giovane per essere squalificata, perché gli atleti sotto i 16 anni godono di una particolare protezione rispetto agli eventuali casi di doping, dei quali piuttosto risponde l’entourage. Stando a quanto precisato dalla federazione russa di pattinaggio artistico, inoltre, la 15enne campionessa europea «non è stata sospesa dalle Olimpiadi», come invece alcune testate avevano riportato, sottolineando che non avrebbe potuto competere alle gare individuali della prossima settimana, nelle quali è una delle principali contendenti per l’oro.
Oggi la pattinatrice russa si è allenata come di consueto con la compagna di squadra Alexandra Trusova. Intanto, però, la cerimonia di premiazione della gara a squadre, che avrebbe dovuto tenersi martedì, resta sospesa e rinviata a data da destinarsi, lasciando in un limbo non solo gli atleti russi attualmente titolari dell’oro, ma anche quelli statunitensi e giapponesi, che a questo punto potrebbero ritrovarsi a scalare il podio.
E mentre la Russia gioca la carta di una tempistica sospetta, domandandosi come mai il caso sia emerso solo ora a distanza di un mese dalla vittoria di Valieva a Tallinn, a dare la misura della portata anche diplomatica del caso c’è stato poi l’intervento di Mosca. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato chiarendo che «stiamo seguendo le indicazioni del Cio e auguriamo ai nostri atleti, inclusa la Valieva, di vincere nient’altro che l’oro».
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