TRIESTE È un Fabio Mian in crescita quello che, nell'ultimo mese, ha preso per mano la sua Allianz risultando decisivo nel cammino di una squadra che continua a mantenersi ai vertici della serie A. Dopo quasi due terzi di stagione regolare, Trieste si mantiene stabile a cavallo tra terzo e quarto posto. Piazzamento di prestigio che si spiega con la solidità di un gruppo che ha saputo buttarsi alle spalle i problemi dell'ultimo periodo costruendo, sulle difficoltà, un percorso vincente. Trieste entra nella fase decisiva della stagione in un momento particolare. I continui rinvii tolgono continuità, l'addio a Fernandez ha cambiato gli equilibri del gruppo.
Come state vivendo questo periodo?
Sappiamo che è un momento delicato, ma questo indipendentemente dalla nostra situazione. Il periodo pre e post Coppa Italia può essere decisivo per delineare la classifica alla fine della regular season, perciò è il momento di fare quadrato. Finora siamo stati bravi ad adattarci alle difficoltà, le vittorie a Cremona e contro Treviso testimoniano lo spirito di abnegazione e la capacità di sacrificarsi che questo gruppo ha insito in se stesso.
Dalla partita contro Milano, lei viaggia in doppia cifra e ha sensibilmente migliorato le sue percentuali dal campo. Sta tirando 17/32 da tre, ben oltre il 50%: come spiega questa sua crescita?
Normali dinamiche di una stagione. Neppure io ero contento del mio rendimento di inizio anno, ho avuto bisogno di tempo per entrare in un gruppo già rodato e integrarmi in un sistema di gioco che era consolidato. La maggior conoscenza con i compagni mi ha senza dubbio aiutato, l'arrivo di Davis poi ha facilitato ulteriormente il compito di noi esterni perchè un play pericoloso sul perimetro costringe le difese ad adattarsi lasciando più spazi. Aldilà di questo, però, conta la squadra. Non ho mai pensato al mio tabellino, ho sempre creduto che si può essere utili e contribuire alle vittorie anche con una buona difesa o prendendo rimbalzi.
Allianz ai vertici della classifica in un torneo estremamente equilibrato. Fin dove potrà spingersi Trieste in questa stagione?
Cercheremo di continuare questo cammino mantenendo sempre i piedi per terra. Ci piace sognare ma non vogliamo illuderci nè illudere i nostri tifosi. Se riusciamo a mantenere l'intensità e la qualità di gioco espressa in questi mesi la possibilità di chiudere la stagione regolare nelle prime cinque è concreta. In questo senso la partita di sabato a Brescia, contro un'avversaria che ha il quarto budget della serie A e sta vivendo un momento di forma straordinario sarà un test significativo.
A proposito di Brescia, è il momento peggiore per sfidare la Germani. Squadra in salute, reduce da sette vittorie consecutive e con Mitrou-Long-Della Valle che sono in questa fase della stagione la miglior coppia di esterni della A. Come si ferma una squadra così?
Con la consapevolezza che solo giocando di squadra potremo avere chance. Se pensiamo di limitare i loro esterni difendendo uno contro uno diventa difficile, dovremo lavorare uniti dividendo al massimo le responsabilità. Dovremo mettere da parte il timore reverenziale giocando una partita estremamente fisica. Giocano in casa, avranno un po' più di pressione rispetto a noi e dovremo sfruttare anche questo aspetto per giocare con la testa libera cercando di esprimere la nostra migliore pallacanestro.
Dopo l'anticipo a Brescia, spazio alla coppa Italia. Dove Milano e Bologna partono favorite anche se il momento della stagione dice che, soprattutto in una partita secca, possono essere avversarie vulnerabili. Con che spirito arrivate alla kermesse di Pesaro?
Con fiducia e la serenità di giocarci fino in fondo le nostre carte. Prima di pensare a una eventuale semifinale, però, c'è da affrontare, rispettandola, una squadra temibile come Tortona. Avversaria del nostro livello e dunque pericolosa. Sono partite secche in cui ti giochi tutto in 40 minuti. Cercheremo di prepararci al meglio consapevoli che non vogliamo accontentarci di partecipare.
