MONFALCONE. In una nuvola di chiffon bianco latte della maison Valentino Elisa sfreccia sulla tavola a rotelle ed è già oltre la lunga, interminabile notte dell’Ariston. Leggera, eterea, di nuovo libera. Una dea nivea giubilante, che guarda lo schermo del telefonino di chi la sta riprendendo (forse Andrea Rigonat, suo partner di vita e di palco? ) e solleva a V le due dita della mano sinistra, ingioiellata con candide sfere.
Sono le 3 del mattino, è il lungomare di Sanremo. Amadeus ha da poco proclamato vincitori Mahmood e Blanco e il resto è storia. La nostra si è classificata seconda al “festival di ritorno”, dopo 21 anni di assenza dall’Ariston e dal trionfo di “Luce (Tramonti a nord est)”, di nuovo vestita di bianco. E ora si porta a casa il premio Bigazzi, da esibire come cimelio alla sua Monfalcone, rimasta incollata puntata dopo puntata a palpitare al televoto per votarla, votarla, votarla. Lo hanno fatto gli amici, l’ha fatto la sindaca Anna Cisint e il compagno, gloria del basket, Alberto Tonut.
Elisa si lascia i riflettori alle spalle, prende la rincorsa, curva, fa ondeggiare la chioma bruna e scioglie ogni tensione in una corsa liberatoria sullo skate. La tavoletta che simboleggia i suoi affetti più cari – il figlio Sebastian e la primogenita Emma – e la tiene, al di là delle evoluzioni, metaforicamente ancorata a casa, dove, nella cittadina di residenza, Ronchi, ha regalato proprio una prima pista di skateboard ai suoi giovani concittadini. Generosissima, come si è visto nella grintosa esibizione di “What a feeling” in duo con la ballerina Elena D’Amario, un anno fa ha bissato il beau geste all’Area verde nella vicina Monfalcone, sua terra natale, stringendosi pure lì nell’anonimato che poi qualche giornalista sbalestrato ha trafitto, quando si è “spacchettata” la seconda area dedicata alle evoluzioni acrobatiche.
Corre Elisa, sulla tavoletta che ama anche Sebastian, e presto tornerà a casa. Dove ad accoglierla ci saranno di nuovo la mamma Silva Toffoli, la sorella Elena, gli amici di sempre. E come la prima volta, dopo il trionfo di “Luce”, ci sarà una città ad aspettarla. La sindaca sta già infiocchettando la festa in municipio, che vorrebbe condividere con i colleghi dei comuni vicini, perché «ha fatto fare una bellissima figura a Monfalcone e alla nostra regione, orgogliosa di essere rappresentata da un così elevato talento: qui tutti la amiamo». Ci sarà l’associazionismo, la politica, i fan. Tutti desiderosi di rivederla presto sul palco, ma non dell’Ariston: al Teatro Comunale di Monfalcone, dove terrà il primo concerto post sanremese, per recuperare l’esibizione saltata il 6 gennaio e riprogrammata per la fine di questo mese, in data ancora da definirsi. Nella produzione, infatti, si erano verificati alcuni casi di contagio da Covid-19. Così le ragioni della prudenza erano prevalse, con la ripromessa, davanti ai 550 possessori dei biglietti, di rivedersi presto, prestissimo. Un appuntamento cui tiene molto, Elisa. Per le finalità benefiche: l’incasso infatti è devoluto all’associazione di volontariato “Voi come Noi”, vale a dire a sostegno dei ragazzi con disturbi autistici e servirà come aiuto concreto alla realizzazione di un intervento edilizio in via Romana, per la realizzazione di un centro destinato a ospitare gli stessi ragazzi autistici dell’età evolutiva. Per l’acquisto di un biglietto si partiva da un’offerta minima di 10 euro.
I monfalconesi aspettano di applaudire Elisa, la ragazzona di 44 anni che corre sullo skate in una nuvola di candore. E non è solo lo chiffon color latte che svolazza in una notte di febbraio. È l’anima di una donna, di una mamma, di una cantante solida e matura che ha vinto la sua scommessa ritornando, dopo 21 anni, sul palco del primo inarrivabile trionfo di gioventù.