CECINA. Per più di due mesi Rossana Bagnasco, assistente di studio di medici legali, residente a Cecina, è rimasta con l’ansia di chi non vede aggiornarsi il Green pass dopo la vaccinazione. E sa che in questo modo rischia di non poter andare al lavoro. Pur avendo fatto le tre dosi di vaccino anti Covid, l’ultima a Cecina, la cittadina non è riuscita a farsi aggiornare la certificazione. Una storia di ordinaria burocrazia. «Sono vaccinata con tre dosi, eppure sabato scorso non sono riuscita ad andare a cena in un ristorante con gli amici e in questi giorni non ho potuto lavorare – così comincia il racconto dell’odissea per il Green pass – Le prime due dosi le ho effettuate in Liguria, a La Spezia, hub vaccinale di Sarzana, a cominciare dall’aprile 2021».
Quando è arrivato il giorno della terza dose, la cittadina ha pensato di rivolgersi al centro vaccinale della città dove vive. «Il 14 novembre – dice Bagnasco – mi sono recata a Cecina. All’inizio l’infermiera aveva qualche incertezza in quanto non riusciva a vedere le prime due vaccinazioni che ho fatto fuori regione. Poi però tutto sembrava risolto. Invece non era così. Forse proprio nell’ultima registrazione sta il problema».
Nonostante che la cittadina sia tornata più volte all’hub vaccinale di Cecina la situazione non si risolveva. Il primo Green pass della donna è scaduto, come lei aveva temuto fino dal primo momento, e non è stato aggiornato nei tempi previsti, cioè al massimo nell’arco delle 48 ore successive alla vaccinazione. Lei non si è data per vinta, ha scritto a mezzo mondo. «Ho scritto una pec alle Asl interessate, email alla Regione Toscana, email al medico del punto vaccinale. Intanto però sono rimasta senza Green pass per una decina di giorni». Una battaglia contro un muro di gomma. «Ho telefonato più volte il 1500 ma mi hanno detto di non poter fare nulla. Ho chiamato all’infinito il numero verde della regione Toscana e non risponde nessuno o è occupato. Mi sono sentita dire come se fosse un disco rotto che prima o poi il Green pass si sarebbe aggiornato ma nel frattempo sono trascorse settimane, anzi due mesi». Grande la rabbia di chi si vede limitata ingiustamente la propria libertà. «Non ho potuto vivere la mia vita perché il green pass delle prime due dosi ormai è scaduto. Ho chiamato carabinieri, un avvocato e ho mandato email al Tribunale del malato. In tutto questo tempo ho pensato a mia madre, di 75 anni che vive in Lombardia. Se avesse avuto bisogno di andare in ospedale io non l’avrei neppure potuta accompagnare. Tutto questo perché è stata sbagliata una registrazione. Può succedere, per carità. Ma poi per riuscire a fare correggere quello sbaglio sono passati più di due mesi. Mi pare troppo da sopportare in silenzio».
Finalmente ieri l’incubo è finito. «Sono riuscita ad avere il Green pass solo grazie all'intervento di conoscenze personali in campo medico, esterne al sistema degli Hub vaccinali e non grazie alla disponibilità delle istituzioni predisposte ad aiutare i cittadini in difficoltà. È l’amara verità».
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