Lunga un chilometro e mezzo, prende il nome da un toponimo che risale al 1689
SAN CANZIAN È una connessione importante per la tutta la Bisiacaria la nuova pista ciclabile che collega San Canzian d’Isonzo a Staranzano, correndo lungo l’ex Strada provinciale 2.
Lo ha confermato ieri la presenza all’inaugurazione del tracciato dei consiglieri regionali Antonio Calligaris, Diego Moretti, Giuseppe Nicoli e, soprattutto, dei sindaci di Turriaco Enrico Bullian, di Fogliano Redipuglia Cristiana Pisano e dall’assessore allo Sport di Monfalcone Francesco Volante, oltre che del presidente del Consorzio culturale del Monfalconese Davide Iannis.
All’appuntamento hanno poi preso parte rappresentanti di Bisiachinbici in sella alla loro due ruote, come pure tecnici e qualche atleta del Team Isonzo Ciclistica Pieris, e podisti della Uisp e del Gruppo marciatori Teenager Staranzano, oltre al presidente di Legambiente Monfalcone Michele Tonzar. In sella alla sua bici è arrivato anche don Francesco Fragiacomo, parroco dell’Unità pastorale che comprende non solo San Canzian, ma anche Pieris, Begliano, Turriaco e Isola Morosini, ansioso di poter contare anche sul collegamento ciclabile con Pieris e quindi con Turriaco e Begliano.
«La realizzazione del percorso verso Pieris è stato avviato con la pulizia del verde in via Calicci e contiamo sia pronto attorno alla metà dell’anno», ha spiegato ieri il sindaco di San Canzian Claudio Fratta, a margine della cerimonia che l’ha visto fare gli onori di casa assieme al sindaco di Staranzano Riccardo Marchesan.
La nuova ciclabile tra i due paesi appare quindi strategica per la rete ciclabile sovracomunale utilizzabile per gli spostamenti quotidiani di chi abita nel territorio, ma anche da parte dei turisti su due ruote.
Per quel che riguarda San Canzian la ciclabile troverà sviluppo da un lato nella connessione con Pieris e dall’altro con quella con la ciclovia Fvg5 che fiancheggerà il corso dell’Isonzo, mentre Staranzano ha in progettato, come spiegato dal sindaco Marchesan, un nuovo tracciato in direzione del litorale grazie al Psr Mar e Tiaris.
A confermare come la nuova infrastruttura rientri nella pianificazione complessiva della Regione, che l’ha finanziata con quasi 500 mila euro, è stato ieri anche il consigliere regionale Antonio Calligaris, portando i saluti dell’assessore regionale alle Infrastrutture Graziano Pizzimenti e sottolineando la presenza dei suoi colleghi.
«Anche il nome della pista è tutto un programma», ha osservato comunque don Fragiacomo dopo aver benedetto l’opera e i presenti. La ciclabile è stata battezzata infatti con quello della località Paradiso, che si trova più o meno a metà del percorso di 1,6 chilometri e di cui compare traccia in un documento del 1689, individuato nell’Archivio di Stato di Venezia dalla Società friulana di archeologia, cui il Comune ha affidato una ricerca sul toponimo.
«Si parla di un campo chiamato Paradiso paludoso – ha anticipato ieri Desirée Dreos per la Sfa –, che indica una presenza forte delle acque, condivisa con molti degli altri Paradiso presenti in Italia e anche in Carinzia, più che richiamarsi a una radice latina e indoeuropea e a un termine usato per indicare un luogo recintato».
Una volta approfondita, la storia del toponimo sarà riportata sul totem che, assieme ad altri arredi, andrà a completare a breve la pista ciclabile. —
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