L’idea di sfidare le classiche patatine è di due imprenditori di Sermide. Sul mercato in tre versioni: naturale, con salvia e rosmarino e con paprika
MANTOVA. Zucca Delica, ma in formato snack. Sono fresche di debutto sul mercato le chips Zoscar, fettine sottilissime di zucca fritte e impacchettate. In uno di quei sacchetti invitanti che si aprono all’ora dell’aperitivo o a merenda, proprio come le cugine patatine. Le producono Oscar Zerbinati e Francesca Nadalini, ultima generazione di due aziende storiche della “Melon Valley”, due leader nella produzione di meloni, zucche e cocomeri di alta qualità. Entrambi soci dell’Op Sermide Ortofruit, che commercializza il prodotto.
L’idea è venuta a Zerbinati in montagna, assaggiando le chips di mela, dolci e croccanti. «Ho pensato che anche il nostro prodotto si sarebbe prestato – racconta l’imprenditore – del resto i ristoranti della zona, tra Basso Mantovano e Ferrarese, propongono spesso la zucca fritta come contorno o antipasto. Quando porto a cena persone che arrivano da altre parti dell’Italia o dell’Europa rimangono sorpresi. Quindi, perché non provare?».
Dopo test di laboratorio, consulenze con chef importanti e un’attenta analisi di mercato, il progetto è decollato. Per ora con tre gusti: al naturale con l’aggiunta di un po’ di sale, alla salvia e rosmarino e alla paprika. Nulla è stato lasciato al caso, nemmeno la scelta del nome. A Zoscar si è arrivati pensando proprio al premio Oscar (in questo caso della zucca) al quale è stata aggiunta la “z” tanto cara ai millennials. «Volevamo un nome che potesse avere appeal anche all’estero – spiega Nadalini – ma alla fine ci siamo trovati a celebrare anche chi ha avuto l’idea».
Le chips Zoscar sono buone due volte: per il palato e per l’ambiente. Perché il prodotto consente di utilizzare quelle zucche, pur dolcissime ma non perfette, che altrimenti finirebbero ad alimentare il biogas, senza rientro economico. «Oscar ha fatto di un problema una risorsa, in un’ottica di economia circolare» sottolinea Nadalini. Poi c’è, ovviamente, il legame con il territorio: «La zucca fa parte della nostra tradizione. Con questa innovazione rendiamo un prodotto di qualità più moderno e consumabile». Anche dai più piccoli, che amano gli snack e, al contrario, spesso storcono il naso davanti a un piatto di verdure.
L’obiettivo è scalzare le patatine dal primo posto nel cuore dei golosi. Per farlo, le chips di zucca hanno dalla loro qualche marcia in più sotto il profilo nutrizionale: ricche di fibra e povere di amido, vengono fritte con la buccia, che contiene calcio e non altera il sapore.
La produzione avviene in laboratori artigianali: la zucca è tagliata a fette sottili e fritta a mano, come si fa a casa. E la materia prima non è una zucca qualsiasi: è zucca Delica, quella con la buccia scura e la polpa di un bell’arancio brillante, di alta qualità. Coltivata in modo sostenibile, certificata Sqnpi, che attesta la produzione integrata, è raccolta in base alla maturazione e poi viene fatta stagionare come una volta per migliorarne il sapore e permettere che si conservino per tutto l’inverno. Sul mercato, o affettata nei sacchetti, ci arriva quando raggiunge almeno i 12 gradi Brix.
Il futuro? «Potenzieremo la campagna social e svilupperemo nuovi gusti per creare nuove nicchie di consumo» annunciano i due produttori. Che grazie all’Op Sermide Ortofruit, organizzazione di produttori che conta 42 soci e un fatturato di 27 milioni, puntano ad ampliare la rete distributiva: il prodotto è già presente in diverse catene della grande distribuzione ed è pronto per arrivare sugli scaffali di altri supermercati dodici mesi all’anno.