foto da Quotidiani locali
UDINE. «Di scuola-lavoro non si può morire». È lo slogan scelto dagli studenti di tutta Italia per manifestare in ricordo di Lorenzo Perelli, il diciottenne morto nell’ultimo giorno di stage in un’azienda di Pavia di Udine. Anche a Udine, in piazza Primo Maggio, venerdì mattina si sono radunati centinaia di ragazzi chiedendo un cambio delle regole. «Non lasciamo che questa morte passi sotto silenzio. Non è questo il futuro che vogliamo», hanno ribadito gli studenti, alternandosi negli interventi sulla collinetta di Giardin Grande. Rispetto a quanto avvenuto in altre città italiane, dove la protesta dei giovani è sfociata in scontri con le forze dell’ordine, a Udine tutto è filato liscio, e la manifestazione è durata un paio d’ore tra slogan e prese di posizione, sotto l’occhio vigile di polizia e carabinieri, rimasti sempre a distanza.
Tra le varie associazioni studentesche che hanno organizzato la protesta, c’è anche la “Rete degli studenti medi”, con i suoi rappresentanti che sono arrivati in città da Roma: «Questa non è scuola e non è lavoro - dice Tommaso Biancuzzi, coordinatore nazionale dell’associazione – non è possibile morire a 18 anni mentre si sta facendo uno stage. Ma in un Paese come il nostro è inevitabile, visto che ci sono 1.400 morti sul lavoro all’anno, 4 al giorno. Lorenzo è primo ragazzo morto in alternanza, ma ci sono stati diversi incidenti gravi, eppure sembra che di queste cose si possa parlare solo quando c’è il morto. Le lacrime di coccodrillo quando qualcuno viene a mancare non bastano più», chiude, accodandosi all'appello lanciato al governo Draghi di intervenire per garantire la sicurezza dei ragazzi e dei lavoratori in genere.
Manifestazioni in tutta Italia
Sono previste azioni e flash mob per tutta la mattinata davanti le scuole di tutta Italia, a Roma, Cagliari, Mantova, Potenza e molte altre città. La giornata di agitazione continuerà con i presidi organizzati in diverse città, da Genova, Padova, Viterbo, Verona, Vicenza, Treviso, Martina Franca, Latina e altre. «Lorenzo ha perso la vita durante una attività che il Ministero dell'Istruzione considerava formativa» dice Tommaso Biancuzzi della Rete degli Studenti Medi «Non vogliamo che la sua morte passi in secondo piano. Organizzare con tutti gli studenti e tutte le studentesse questa giornata di mobilitazione per noi è dare un segnale: non vogliamo un'istruzione che ci insegni che il lavoro è morte e precarietà». Secondo la Rete, «da Ministero e Governo non è stato detto nulla sulla morte di Lorenzo. Fare finta di nulla o trattarla come un tragico incidente non è utile a nessuno. Le indagini proseguiranno, ma è evidente che un problema ci sia e sia profondo.»
Scontri a Torino
Tensioni questa mattina a Torino tra le forze dell'ordine e gli studenti che manifestano per Lorenzo, il diciottenne morto a Udine durante l'alternanza scuola-lavoro. Il tentativo dei manifestanti di trasformare il presidio in corteo, nonostante il divieto per le restrizioni della zona arancione è stato respinto dalla polizia con alcune cariche di alleggerimento all'altezza di corso Siccardi.
Il secondo indagato per la morte di Lorenzo
C'è una seconda persona indagata nella vicenda della morte di Lorenzo. Si tratta del primo operaio che ha soccorso il ragazzo, un atto di garanzia anche in vista dell'autopsia, il cui incarico dovrebbe essere disposto oggi dalla Procura al medico legale Carlo Moreschi. Fino a questo momento nel registro degli indagati era iscritto soltanto Pietro Schneider, di 71 anni, legale rappresentante dell'azienda. Secondo quanto riporta il Messaggero Veneto, l'operaio non avrebbe particolari incarichi in azienda e sarebbe ancora sotto choc per l'incidente. Titolare dell'inchiesta è la pm Lucia Terzariol, le indagini sono condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Udine e ai colleghi della Compagnia di Palmanova.