Indagata per falso nel caso Bianchini la componente dell’Ufficio Procedimenti disciplinari chiede una giustizia giusta e più rapida
BELLUNO. «Non abbasso la testa: dovranno rompermela». Antonella Fabbri prende la parola da cittadina, prima ancora che da indagata, nel caso Bianchini. Le ipotesi di reato di epidemia colposa al San Martino nei confronti del primario di Otorinolaringoiatria e quelle di favoreggiamento da parte sua e dei colleghi dell’Ufficio Procedimenti disciplinari dell’Ulss 1 Dolomiti, Raffaele Zanella, Cristina Bortoluzzi e Tiziana Bortot sono state archiviate, ma è rimasta in piedi quella di falso per la data di rientro del dottore da una vacanza in Thailandia. Fabbri ha presentato una querela nei confronti di un maresciallo della Guardia di Finanza, che l’ha accusata di aver sottratto con un gesto repentino la bozza del verbale della Commissione: «E’ rimasta sempre sul tavolo, tanto è vero che è stata fotografata e la foto è chiarissima. Qualcuno ha fatto sparire quel verbale, salvo poi reinserirlo con delle variazioni grafiche”. Quanto all’udienza preliminare per il falso, che dovrebbe svolgersi nel mese di febbraio, «non abbiamo ancora una data ed è passato tanto tempo. Quanto durano queste indagini e quanto sono costate?».