Il Comune a caccia di fondi per trasformare la sperimentazione in offerta stabile. Bonetti in visita con Palazzi e Sortino: «Il nuovo Piano infanzia del Governo punta a progetti così»
MANTOVA. «Sono convinta che questo Centro sia un laboratorio di una nuova progettualità che proprio venerdì (il 21 gennaio, ndr) abbiamo scelto di portare avanti con l’approvazione nel Consiglio dei ministri del quinto Piano per l’infanzia e l’adolescenza. Un piano che investe su educazione, equità ed empowerment delle nuove generazioni». La ministra per le pari opportunità Elena Bonetti apre alla possibilità di un sostegno da Roma per far sì che il Centro per le famiglie “Insieme” possa passare da sperimentazione a realtà stabile ampliando i suoi servizi.
L’apertura arrivata il 22 gennaio durante la visita della ministra all’hub, inaugurato nel quartiere Valletta Valsecchi a giugno 2020 per rispondere ai bisogni delle famiglie. Un progetto di welfare reso possibile grazie alla collaborazione tra il Comune e una rete di enti e associazioni. Non solo uno spazio informativo e di ascolto, ma un punto di riferimento per le famiglie fatto di attività ludiche ed educative con il supporto di psicologi, educatori, ostetriche e assistenti sociali.
Solo nel 2021 sono state 496 le famiglie che hanno usufruito dei servizi del Centro. «Abbiamo cercato di costruire la domanda – spiega il sindaco Mattia Palazzi – prima questo centro non c’era: una volta aperto abbiamo visto che le persone hanno risposto molto bene».
Il centro ad oggi però è solo un progetto sperimentale, sviluppato grazie ai finanziamenti biennali di Comune, Fondazione Cariverona e Ats Val Padana. «Abbiamo un sogno – scandisce l’assessore alle politiche per la famiglia Chiara Sortino – ovvero che questo centro non sia più una sperimentazione ma che possa diventare un’offerta stabile, ampliando i servizi». Serviranno, quindi, finanziamenti. Il Comune è al lavoro per rintracciare bandi, ma al momento quello promosso dalla Regione offre un sostegno risicato: circa 17mila euro per un biennio.
Ora, però, c’è una nuova possibilità. «Come ministero – dichiara Bonetti – abbiamo investito molto nel sostegno ai Comuni per progetti educativi e nell’ambito della legge delega del Family Act, l’idea di rendere strutturale questo tipo di investimento sui servizi educativi di affiancamento familiare è realtà».
L’iniziativa mantovana, per il ministro, potrebbe diventare un riferimento nazionale all’interno del Piano per l’infanzia e l’adolescenza appena approvato dal governo: «Questo centro mantovano è un modello per l’Italia, lo guardo come tale e vorrei diventasse parte di una rete di servizi nazionali che si costruisce sul territorio per dare spazio alle esigenze delle famiglie».
Infine un riferimento ai disagi sociali e di salute dei giovani. «La pandemia ha avuto effetti devastanti – ha concluso – è importante ritornare alla concretezza dell’incontro. Per quanto riguarda il bonus psicologo, c’è un sostegno economico in tal senso nel Family Act e l’impegno del governo di prendersi carico di questa realtà che sta emergendo».
