foto da Quotidiani locali
BASSA MODENESE È finito a processo con l’accusa di avere tentato approcci con la stagista che ospitava nel suo negozio, oltre ad averle mandato messaggio conditi da emoticon affettuosi o testi più espliciti.
Un parrucchiere dovrà rispondere di violenza sessuale. I fatti risalgono all’inizio del febbraio 2020, prima del lockdown che ha costretto l’attività commerciale, insieme a tutte le altre, alla chiusura. La giovane, ora residente a Reggio, insieme alla madre, con la quale si è costituita parte civile, difesa dall’avvocato Marco Pinotti, all’epoca viveva in una comunità della Bassa e si era confidata con un’amica degli episodi avvenuti al negozio. Come riscontrato dalle dichiarazioni in aula ei consulenti, la psicologa Elena Francia e lo psicoterapeuta Marco Zanoli, la minore è considerata sufficientemente matura e in grado di rendere, quindi, le dichiarazioni che ha fornito. Quando è stata ascoltata, la giovane ha riferito di più episodi in cui sarebbe stata baciata e, vicino al lavatesta, il parrucchiere l’avrebbe toccata.
Sempre durante l’ultima udienza sono stati ascoltati lo stesso imputato, la moglie, un’amica ed ex collega e un amico dell’esercente. Tutti hanno descritto lo spazio ristretto del negozio ma anche la grande visibilità degli spazi dall’esterno, oltre al fatto che sorgeva vicino a una caserma dei carabinieri. Secondo quanto esposto da tutti, quindi, il luogo non era certo consigliato per commettere gli atti di cui è accusato il parrucchiere. Inoltre, quando il presidente del collegio Roberto Mazza, ha mostrato all’imputato le chat nel mirino, il titolare del negozio, che nel frattempo ha cessato l’attività, ha smentito di avere inviato messaggi contenuti nelle riproduzioni.
Il processo è stato rinviato al primo luglio.
Serena Arbizzi