Ha rischiato di morire ma ora la prognosi è stata sciolta. Ai carabinieri ha detto di non ricordare perché fosse lì
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Ha rischiato di morire per un cocktail di alcol e stupefacenti il giovane di 34 anni, residente in provincia di Savona, ma di fatto senza dimora, ritrovato nel tardo pomeriggio di domenica scorsa da un passante privo di sensi nel sottopasso ferroviario della stazione di Chivasso, in via Caluso. L’uomo inoltre era senza documenti, quindi la sua identità era rimasta avvolta nel mistero per qualche giorno. I medici dell’ospedale di Chivasso, dove era stato portato da un’ambulanza del 118, l’avevano ricoverato in prognosi riservata e messo in coma farmacologico.
Dopo un paio di giorni, il risveglio. Interrogato dai carabinieri della compagnia di Chivasso il giovane si è limitato a dire il suo nome e cognome, mentre non ricordava come fosse finito nel sottopasso. Da una prima ricostruzione è certo che fino a Chivasso era arrivato con il treno. Forse per acquistare la droga. Poi potrebbe essere stato aggredito e derubato del portafoglio e delle poche cose che si portava dietro da un altro tossicodipendente. Impossibile che fosse senza documenti. E se un passante che portava a spasso il cane, non l’avesse notato steso a terra, rannicchiato in un angolo, in via Caluso, poco prima che facesse notte, con ogni probabilità sarebbe morto. Senza che nessuno chiedesse di lui. Senza che nessuno lo cercasse. Il suo nome non risulta essere collegato alla rete di tossicodipendenti conosciuta nel Chivassese. E nemmeno era mai stato notato tra i clochard che frequentano di notte la stazione ferroviaria e che vivono di espedienti.
Una situazione che negli ultimi anni aveva portato a diversi episodi di violenza, nelle ore serali, quando le migliaia di pendolari che quotidianamente raggiungono la stazione sono già nelle loro case. C’erano state risse ed anche due rapine. L’ultima ai danni di un 32 enne, residente a Ivrea, che stava aspettando di salire sull’ultimo treno della sera per fare ritorno a casa. I rapinatori erano poi stati arrestati dai carabinieri. In carcere erano finiti un italiano di 56 anni, un giovane di 29 anni senza fissa dimora di nazionalità romena, e di un 21enne, originario del Marocco: tutti e tre con precedenti per reati contro il patrimonio. La loro presenza nella stazione ferroviaria chivassese, era stata notata più volte, insieme ad altri balordi. Il potenziamento della video sorveglianza e i controlli della polizia ferroviaria avevano poi messo fine al fenomeno. Lydia Massia