L’allestimento al Caffè Trieste racconta la passione singolare e il rigore della tecnica moderna: lampade con un foglio A4
RONCHI Una carriera nel settore della chimica alle spalle. E una grande passione. Che, in questi giorni, manifesta con una piccola, ma eloquente mostra allestita al Caffè Trieste di Ronchi dei Legionari. Quella per le creazioni con la tecnica dell’origami. Una tecnica antica. Piccole creazioni, soprammobili, animaletti, ma anche luminosissime lampade che escono dalle mani appassionate e capaci di Luigi Pulici.
È alla sua prima mostra, il settantatreenne di origini siciliane, da 24 anni residente nella cittadina. «Una passione che mi è arrivata alcuni anni or sono – racconta – e che permette di esprimermi attraverso un’arte antica, semplice ma complessa al tempo stesso. È meraviglioso vedere come, da un semplice foglio di carta A4, possano uscire oggetti che hanno, a mio giudizio, un bellissimo impatto visivo».
Mille colori, mille sfaccettature. Ecco ciò che traspare dagli oggetti in mostra in queste settimane nello storico locale di piazza Oberdan.
La tecnica moderna dell’origami usa, come fa Luigi Pulici, pochi tipi di piegature combinate in un’infinita varietà di modi per creare modelli anche estremamente complessi. I modelli creati da Pulici cominciano da un foglio quadrato, le cui facce possono essere anche di colore differente e continua senza fare tagli alla carta. L’origami tradizionale era molto meno rigido e faceva frequente uso di tagli, oltre a partire da basi non necessariamente quadrate.
«Sono orgoglioso e felice di quello che creo – prosegue – e mi piace sapere che la gente gradisce quello che produco, quello che grazie a Rita ed Enrico Daniotti, posso mettere in mostra. Spero sia la prima di altre. Per il momento continuo a lavorare, a creare ancora, cercando sempre altre soluzioni e altri prodotti che possano piacere alla gente».
Il Caffè Trieste è l’unico locale pubblico che, nella cittadina, da sempre regala grande spazio agli artisti. Ronchi dei Legionari, nel corso degli anni, ha perso tutte le sue gallerie d’arte private di cui era ricca e poteva andar fiera e nelle quali erano nati e si erano sviluppati movimenti artistici ed esponenti la cui notorietà aveva varcato i confini nazionali. Erano gli anni in cui nascevano gallerie come “La Quercia”, “L’Oblò”, il circolo culturale “Il Cardo”, la galleria allestita all’interno della trattoria “La Ruota” e quella del “Bar 33”. Oggi pochi, anzi pochissimi privati si lanciano nell’avventura artistica. Ma la storia della città è ricca in questo settore. La municipalità cittadina ha cercato di colmare questa lacuna con spazi come auditorium, antiquarium e villa Vicentini Miniussi.