FIRENZE. Sasà nel quartiere lo conoscono tutti. In molti infatti frequentano il suo negozio di parrucchiere nella zona di Rifredi a Firenze. E tra un taglio di capelli e l’altro scattano anche le confidenze. Nessuno però sa che la direzione investigativa antimafia indaga su di lui, per presunti rapporti con la famiglia Cuomo e con l’omonimo clan della Camorra. Conoscenze che Sasà, all’anagrafe Salvatore Pirelli, napoletano di 48 anni, secondo gli inquirenti avrebbe anche usato per consentire di ottenere un prestito a usura a uno dei suoi clienti, gravato da debiti per il vizio del gioco, e alla sua compagna, una libera professionista in difficoltà a causa delle crisi economica prodotta dal Covid. Quando le future vittime di estorsione raccontano i loro problemi al parrucchiere, lui dice di avere “un amico” che avrebbe potuto risolverli.
E così li mette in contatto con Luigi Cuomo, che lui chiama “Gigi”. A febbraio 2021 Gigi, all’epoca dei fatti titolare del ristorante Pizza cozze e babà di via Gabbuggiani, si presenta dalla coppia e consegna 14.000 euro. Un prestito, a usura. In cambio pretende la restituzione entro pochi mesi di 23.000 euro, con un tasso di interesse superiore al 6%.
La storia è emersa nell’ambito dell’inchiesta sull’infiltrazione della camorra in Toscana che lo scorso 10 settembre aveva portato già a dieci arresti. Nella mattina di venerdì 10 dicembre di arresti ne sono scattati altri quattro, tre in carcere e uno ai domiciliari. In cella, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, sono finiti Luigi Cuomo, 39 anni di Nocera Inferiore ma residente a Firenze, già arrestato lo scorso settembre perché presunto capo del gruppo criminale nato a Firenze per agevolare il clan di camorra; il figlio Michele Cuomo, che era attualmente sottoposto all’obbligo di dimora; e infine il parrucchiere Salvatore Pirelli, accusato di aver messo in contatto la coppia di vittime con i Cuomo e anche, sostengono gli investigatori, di aver preso parte alla riscossione di alcune rate del prestito. Agli arresti domiciliari è finita la moglie di Luigi Cuomo, Anna Ebola, che dopo l’arresto del marito avrebbe preso il suo posto pretendendo dalle vittime il pagamento del debito maturato. Per tutti il reato contestato è quello di usura in concorso, con l’aggravante di aver agevolato il clan camorristico dei Cuomo, che avrebbe utilizzato parte dei proventi ricavati a Firenze per finanziare la faida in atto a Nocera Inferiore col clan rivale dei Piedimonte. Con non poche difficoltà, e fornendo a garanzia degli assegni, le vittime degli usurai riescono nell’estate scorsa a restituire i 14.000 euro, ma ne devono ancora pagare circa 9.000. L’accordo è di pagare 1.000 al mese, più la consegna di cambiali per 12.000 euro che saranno restituite a debito saldato. Intanto arrivano anche le minacce, seppur velate: Luigi Cuomo lascia intendere di essere contento che la cosa sia finita in amicizia, perché non sempre le cose vanno così. Le cambiali vengono consegnate il 9 settembre. Il 10 Cuomo viene arrestato nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Firenze sull’infiltrazione della camorra in Toscana. Dopo il suo arresto, sarà la moglie a presentarsi dalle vittime pretendendo il saldo del debito. Le indagini sono partite a seguito delle perquisizioni effettuate in occasione degli arresti del 10 settembre scorso, quando nelle abitazioni degli indagati sono stati sequestrati alcuni assegni e cambiali.
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